di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
Dispiace un pochino affermarlo, ma il Documento di Economia e Finanza, varato dal Governo in questi giorni, rappresenta una sostanziale dichiarazione di fallimento. E spiace constatare ciò anche per l’attuale ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il quale si vede costretto a fare i ‘salti mortali’ e a formulare ipotesi di ogni genere e tipo pur di far quadrare i conti. A cominciare da quella di rassegnarsi all’aumento dell’Iva. Troppi sono i miliardi da far ‘saltar fuori’ per realizzare tutto quello che Movimento 5 Stelle e Lega hanno promesso, l’anno scorso, durante la campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo 2018. Noi, allora, lo denunciammo apertamente: più che una campagna elettorale, quella a cui si stava assistendo sembrava il festival di chi la sparava più grossa. I parametri di Maastricht sono certamente una gabbia. Ma essi servono proprio a far quadrare i conti, per fare in modo che la spesa corrente sia sempre mantenuta sotto controllo. In secondo luogo, avendo noi già prodotto deficit in passato, siamo costretti, oggi, a reindirizzarci verso il pareggio di bilancio. In buona sostanza: siamo in una vera e propria ‘crisi di oligopolio’. Quel che emerge dalla nostra drammatica condizione finanziaria, in verità, è che la nostra attuale classe politica si divide tra Partiti ‘perfidi’ (Pd e Forza Italia) e movimenti politici ‘ingenui’: quelli che oggi sono al potere. Cosa sia meglio, tra queste due opzioni, lo lasciamo giudicare ai lettori. Quel che, invece, ci preme sottolineare in questa sede è il semplice fatto che, ancora oggi, una buona parte degli italiani proprio non voglia aprire gli occhi, al fine di prendere atto della nostra disastrosa situazione. Non perché essi debbano scendere in piazza o fare una rivoluzione, ma nel tentativo di stimolare i Partiti, tutti i Partiti, a darsi dei criteri di principio diversi, al fine di selezionare meglio la propria classe dirigente. Basta cooptazioni e feudalesimi: sono modalità che non conducono da nessuna parte. Occorrono, invece, meccanismi maggiormente selettivi e meritocratici, soprattutto sotto il profilo della formazione politica e della competenza amministrativa. Affidarsi a discutibili piattaforme telematiche, o a consultazioni primarie spesso e volentieri ‘pilotate’ dagli apparati interni, sono solamente dei tentativi con i quali si cerca di dare un’immagine di democrazia diretta alla desolante immaturità democratica dei Partiti e dei loro rispettivi ceti dirigenti. L’Italia deve decidere di ‘sburocratizzarsi’ in tutti i campi della vita pubblica, a cominciare dal sistema politico. Altrimenti, non se ne esce da questo teatro dell’assurdo. Il quale, in quanto forma d’arte, in genere ha il merito di consegnare al pubblico, in forma ora cripitica, ora iperbolica o paradossale, contenuti e indicazioni. La nostra politica attuale, invece, non fa neanche questo: vive alla giornata, in attesa che giunga un ‘colpo di fortuna’ di tipo provvidenzialista. Insomma, siamo alla disperazione. E verso dove questa possa condurci nessuno lo sa. O forse sì: verso un caos che, in genere, induce l’opinione pubblica a schierarsi con chi è in grado di garantire un minimo di ordine e di legalità. Come sempre, qui da noi.
Stiamo proprio andando ‘a tappeto’, questa volta. E la confusione regna sovrana, tra complottisti, diffusori d’odio e divulgatori di ‘fake news’. Questi ultimi, in particolare, hanno già cominciato a spiegare in tutti i modi, in rete, che l’ipotesi di un futuro Governo tecnico guidato da Mario Draghi equivarrebbe all’avvento al potere dei ‘rettiliani’, degli ‘Illuminati’ o dei ‘super ricchi’.
Nonostante tutto lo sforzo fatto da Mario Draghi in questi ultimi anni per tenere in piedi un Paese assurdo e sgangherato, si preferisce continuare a ‘sguazzare’ nel non governo e nell’anarchia della ‘sparata’ libera, in cui ognuno pensa solo a se stesso e a durare più che può: una tristissima ‘arte’, in politica, che finisce col dare la ‘stura’ agli umori peggiori, come ampiamente dimostrato dalle vicende di Torre Maura e Casal Bruciato. E quello lì ‘Belpaese’ che s’intende restaurare a tutti i costi? Beh, detto francamente: un’Italia del genere ve la potete anche tenere.
(12 aprile 2019)
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