di Giovanna Di Rosa #wcf twitter@gaiaitaliacom #Parità
La grinta spocchiosa e maschilista che lo contrapponeva alla rappresentante delle forze dell’ordine del paese in cui vive, è nato, respira, è lì: fissata per l’eternità dalla rete e non ci sono scuse che tengano. L’audio è presente, le scuse non bastano, l’uomo va identificato e le procure devono procedere, il ministro dell’Interno anche se non va tirato per la giacca, deve muovere qualche azione nei confronti di chi si macchia di insulti e minacce ad una poliziotta. Deve farlo soprattutto dopo l’episodio che ha visto a Roma, Borgo Pio, nello scorso ottobre, una donna fischiare e urlare “buffone” all’indirizzo del Sig. Ministro fermata e portata in questura.
Il ministro dell’Interno non può essere l’uomo dei due pesi e due misure e siamo sicuri che non lo sia. La sua grande arguzia politica troverà una soluzione. Il suo elettorato si sta stancando però. Faccia in fretta. Il World Congress of Family non gli ha fatto bene. L’intolleranza di chi lo ritiene il suo condottiero e per ritenerlo il suo condottiero si sente libero di infrangere le leggi ritenendo di mettere tutto a posto con un video di scuse deve essere arginata. E se non lo fa il Sig. Ministro dell’Interno non possiamo certo farlo noi. Che non siamo stati eletti e nemmeno ci sogniamo di provarci, ad esserlo.
Spero che il ministro degli Interni Matteo Salvini non aspetti un attimo a prendere le distanze dal suo sostenitore e a condannare simili atteggiamenti inaccettabili nei confronti della agente di sicurezza»
lo ha detto Filippo Sensi del PD. Poi Mara Carfagna, di Forza Italia fa addirittura nomi e cognomi (l’avrebbe dovuto fare Salvini).
le immagini degli insulti a una poliziotta in presidio a Verona sono indegne. Solidarietà a Tea Mercoli e complimenti al suo coraggio. Quello che evidentemente manca a chi l’ha aggredita. In nome di cosa?».
L’affondo più duro arriva però dal leader del M5S Luigi Di Maio:
La mia più sentita vicinanza e quella del governo alla poliziotta offesa e insultata da quel cafone a Verona. Un abbraccio a chi ogni giorno lavora per garantire la nostra sicurezza. Il Paese è con voi!
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 31 marzo 2019
Ecco fatto a pezzi il ministro Salvini che ha sempre fatto del suo sostegno alle forze dell’ordine una bandiera portata orgogliosamente tra selfie e divisi indossate in sfregio ai divieti (il sindacato dei Vigili del Fuoco lo ha addirittura denunciato per uso improprio della divisa).
Vi chiedete anche voi perché il ministro dell’Interno taccia sulla delicata vicenda? Non vorremmo che fosse perché il maschiaccio che odia le donne in divisa e le offende in diretta video si chiama Karim ed è di origini marocchine. Come lo spieghi ai tuoi elettori?
Pretendiamo che le forze dell’ordine provvedano al riconoscimento di questo signore con le #CHIAPPEchiare e che il Ministro dell’Interno manifesti tutta la sua solidarietà al funzionario di Pubblica sicurezza coinvolta. pic.twitter.com/oQ4ypZvtXL
— Oblomov#SiamoEuropei#FBPE (@Oblomov58) 1 aprile 2019
Ma il ministro dell’interno ha già condannato il fascioleghista Karim di Verona ? oppure è una roba tipo le accise ? pic.twitter.com/3kSwvws1nM
— Adriano Lodi (@adriano0369) 1 aprile 2019
Quel Karim che, in un video di quasi insopportabile piaggeria, spiega che era stato appena “attaccato” da due manifestanti che lo avevano chiamato “salviniano” – quale orribile attacco, no? Spieghi se ritiene “salviniano” un’offesa e nel caso ritenga l’aggettivo un’offesa spieghi anche come mai se ne andava in giro cantilenando “Salvini uno di noi…” – ed ha quindi avuto quella reazione che “non è da me”, cioè non è da lui, e chiede scusa a “tutti quelli che lo conoscono”. E poi anche all’agente… ma prima a tutti quelli che lo conoscono. Perché ci sono priorità…
A proposito. Bel culo. Non necessariamente nel senso di fortuna.
(1 aprile 2019)
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