di Redazione #Politica twitter@gaiaitaliacom #Europa
Stefano Fassina si scopre leggerissimamente sovranista, così come si è scoperto leggerissimamente economo, comunistino, responsabilino dell’economia del PD, prima bersanianino, poi non sapendo più “chi?” era, è finito in Campidoglio, grigia ed insipida presenza e, dato il pochissimo che rappresenta, è costretto a giocolieristiche boutade (no, la “s” nei barbarismi non si mette) alla ricerca di visibilità.
Da quel bisogno, da quella necessità, da quell’essere invisibile in un mondo dove conta solo essere visibili, nasce lo Stefano Fassina che si mette di traverso a Romano Prodi ed alla proposta di esporre la bandiera europea il 21 marzo con un “No” che pretenderebbe di essere tonante, ma essendo coerente con la statura politica di chi lo lancia al vento, diventa uno squittío che nessuno oserebbe scambierebbe per verbo.
Tocca così a Lucia Annunziata, attentissima a dare spazio a chi non possa togliere visibilità a lei, pubblicare l’articolino di Fassina sull’Huffington Post, in un delirio filo-sovranista ad uso elettorale-propagandstico che dimostra solo una cosa: che Stefano Fassina dell’appello di Romano Prodi non ha capito niente. Né il senso, né le ragioni, né l’utilità.
La ragione per cui si deve dire “no” alla bandiera europea? Per Stefano Fassina una sola: “… esporre la bandiera Ue è, consapevolmente o meno, una scelta di classe”. Perché comunisti si diventa, non si nasce soltanto.
(19 marzo 2019)
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