di CiCiErre #8marzo twitter@gaiaitaliacom #Politica
Le mimose per ricordarci. Per ricordare che le parti non sono uguali, ma diverse.
Ed è diversa la natura, questo è vero, ed anche lo spirito. Quando la fragilità non è riconosciuta. Ma esiste. I fiori, gialli a pallini, per celebrare la forza che serve ad essere donna prima di ogni cosa.
La festa, per onorarci, in un mondo che ha bisogno di un giorno sul calendario per ricordare che sì, ci siamo. Senza renderci conto che il primo discrimine è proprio lì: nei fiorai che stanno aperti, che impacchettano i fiori a pallini. Pallini gialli profumati che esprimono l’unica verità – che al di là della memoria storica – che merita di essere onorata – ci dice che per noi c’e’ una festa per gli uomini no.
Oggi, ancora oggi, alle donne è chiesto di essere eroiche e di cercare una competizione che per natura non può esistere, insomma di gareggiare in una corsa truccata e di farlo ogni giorno. Ogni volta, che qualcuno prima di prenderci in considerazione veramente si sofferma sulla piega dei capelli o sull’altezza dei nostri tacchi, ogni volta in cui non conta con quale titolo ti presenti quando la risposta sarà sempre signora, ogni volta che le nostre fragilità vengono utilizzate come spade contro di noi. È una corsa truccata, quando la legge ci riserva quote rosa, quando ancora la dirigenza è in giacca e cravatte e le hostess in minigonna. Quando la statistica ci dice che guadagniamo ancora meno rispetto agli uomini, nonostante le medesime mansioni.
Ma c’è una cosa che la statistica non prende in considerazione, e sulla quale – errando – non consideriamo neanche noi paladine femministe: ed è che in mezzo a questa confusione a scalini, abbiamo incontrato uomini grandi, uomini che per posizione, ruolo o parentela ci hanno considerato per quello che siamo veramente superando gli stereotipi sociali e ci hanno dato l’opportunità più preziosa: essere noi stesse.
Perché in questa latitanza di uomini a metà che approfitta della natura per renderci fragili, c’è chi in questi anni ci ha supportato spronandoci a non arrenderci,a coltivare i nostri interessi, a portare avanti i nostri obiettivi. Quelli che hanno considerato le nostre capacità, prima di ogni altra cosa,che si sono complimentati senza sentirsi in un gradino più alto del podio, ed hanno sentito di aver accanto un alleato. A loro dedico “la nostra festa” , perché in una società in cui è una conquista essere uguali, riconoscere l’esistenza di uomini giusti non è scontato.
Allora auguri di una Buona non festa agli uomini giusti, ai nostri padri, a quelli che ci hanno anche protetto dagli uomini sbagliati, agli Uomini Uomini, nella consapevolezza che averli accanto è il primo passo verso l’auspicata parità.
(8 marzo 2019)
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