di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #Vate
Il Creatore aveva bisogno di una notizia bomba che facesse esplodere di click il suo nuovo blog, così non ha avuto scelta. Ha dovuto dire che lascerà il movimento di dementi che ha creato perché ha maturato la consapevolezza di avere creato un mostro. Facile dirlo dopo. Meno facile credergli, al Vate dello yacht, delle ville, dei miliardi in Rai tanto a rubare erano “i socialisti” e della decrescita felice: soprattutto quando è la decrescita altrui.
Con la leggerezza incosciente di un inconsapevole il Creatore lascia la sua puzzolente creatura perché il fetore che emana è diventato insopportabile anche a lui e si lancia in elucubrazioni inaccessibili ai tanti che calcano le sfere del popolume; addirittura dà lezioni all’incolto volgo caduto in trappola: “… bisogna erigere un nuovo popolo”. Il solito, demenziale nulla, che porta al Creatore l’unica cosa che gli importa: click sui suoi innumerevoli blog, siti o giornali che vogliate chiamarli, con la pubblicità che gli rende e pubblico sufficiente ai suoi spettacoli, quello che ha trasformato in comizi elettorali per incolti che, grazie al nutrimento venefico della sue battute, ora raccontano dentro e fuori dal web che la terra è piatta. Un capolavoro, quello del Creatore. E una depressione di massa quella cui costringe i suoi adepti. Altra depressione di massa è invece il casino in cui si troverà il paese a causa del demenzialume che è riuscito a mettere in parlamento. Quel parlamento che doveva essere aperto come una scatoletta: nessuno aveva avvertito nessuno che era per riempirlo di merda. Essere creduloni ha un prezzo.
Insomma il Creatore si è sbagliato: dopo averli fatti a sua immagine e somiglianza li ripudia. Lui novello possessore del Nuovo Paradiso Terreste, a 5 Stelle per l’appunto, ha deciso che i poveretti a cui ha insegnato a sentirsi dei hanno mangiato la mela del potere e della protervia fino in fondo e se ne lava le mani. Con grandi discorsi, grandi pentimenti, ridicoli post.
Non c’è da fidarsi nemmeno stavolta. Manco a dirlo.
(28 febbraio 2019)
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