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Il presidente della SIAE potrebbe rinunciare ai diritti d’autore prima di schierarsi a favore di leggi da Ventennio

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di Daniele Santi #Radio twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

E’ quantomeno curioso, ma certamente non in Italia dove ciò che è curioso è regola, che alla presidenza della SIAE ci sia uno che per meriti indubbi e canzoni gloriose, di diritti d’autore ne incassa a bizzeffe; è anche più curioso che il presidente della SIAE si pronunci su una proposta di legge da Ventennio, che però venne già proposta nel 1994, lo fece Berlusconi (e la Lega c’era già, con Matteo Salvini dentro e non da un’altra parte); è altrettanto curioso che nel dare il suo pregiato endorsement alla proposta di legge che è un’arma di distrazione di massa e non una proposta seria, il presidente della SIAE già autore di canzoni indimenticabili e di grandissimo successo, dimentichi di dire che circa il 45% della programmazione globale delle radio italiane è rappresentato da musica italiana. Non vorremmo pensare che non lo sa.

E’ infine una vergogna che il presidente della SIAE già beneficiario per meriti indubbi di proventi milionari dal diritti d’autore, non abbia rinunciato a riceverli almeno fin quando rivesta quella carica. In Italia, del resto, il conflitto d’interessi è all’ordine del giorno e pertanto la questione nemmeno si pone, se non in termini finto-etici e per brevissimo tempo.

Per questo chiediamo con forza al presidente della SIAE che dà l’endorsement ad una proposta di legge propagandistica e da Ventennio che impone una canzone italiana su tre nella programmazione radiofonica e che si permette di suggerire ai colleghi ciò che dovrebbero dire e non dire, di riflettere prima di dire “bravo” al potente di turno perché da artista, e da presidente della SIAE, dovrebbe sapere che la quantità e la qualità non vanno di pari passi. Anzi spesso è il contrario. Se poi invece di cercare disperatamente di far funzionare un’apparato elefantiaco dal quale gli autori scappano a frotte e spingere mosse propagandistiche di distrazione di massa senza considerare lo stato delle cose, volesse occuparsi della qualità della musica da proporre in un panorama radiofonico becero, incolto, e vergognosamente uniforme, sarebbe il benvenuto.

Nel frattempo potrebbe pensare di dimettersi dalla carica di presidente della SIAE o, se non vuole dimettersi, di rinunciare momentaneamente ai suoi diritti d’autore fin che carica duri, evitando così che le solite malelingue comuniste che scrivono sui giornalacci del web possano permettersi di parlare di conflitto tra ciò che si dice e ciò che si fa, e si percepisce.

E nel frattempo, qualora lo ritenga opportuno, potrebbe anche rifletterci. Esercizio difficile in un paese di arroganti bifronte, ma che mantiene accesa la fiamma dell’umiltà.

 





 

(27 febbraio 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

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