di Marco Biondi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Lopinione
La richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, ripropone, per l’ennesima volta, il tema della protezione della casta. L’articolo 68 della Costituzione è stato pensato per proteggere i nostri Parlamentari da azioni persecutorie da parte dell’autorità giudiziaria finalizzate ad impedirne il pieno e libero svolgimento delle proprie funzioni
Esclusivamente a tale scopo, la giunta si dovrebbe pronunciare contro il proseguimento del procedimento penale, se ritenesse lo stesso costruito ad arte per impedire al parlamentare lo svolgimento delle proprie funzioni.
Il dibattito politico che si sta svolgendo attorno a questo caso, come troppo spesso accaduto in passato, non si sta concentrando sulla comprensione se esiste o meno persecuzione contro Salvini, ma discute sulla correttezza dell’operato dello stesso, pretendendo di sostituirsi, in questo modo, ai giudici che hanno chiesto di giudicarlo. Anche la mossa recente di addossare la responsabilità delle decisioni sul caso Diciotti all’intero Governo, Conte in testa, non sposta i termini della questione. Saranno se mai i giudici a decidere, se il caso rappresentasse una violazione penale, di perseguire anche il Presidente del consiglio e gli altri ministri intervenuti sulla questione. Valutazioni di questo tipo non spettano ai parlamentari ma ai giudici.
Infatti i parlamentari della commissione non hanno le competenze per giudicare l’operato del ministro, né è stato svolto un regolare processo finalizzato a dimostrare la correttezza o meno del suo operato. È proprio solo un regolare processo che può appurarlo, quello che la magistratura sta chiedendo di fare.
Se non fosse concessa l’autorizzazione a procedere, in questo caso, così come troppe volte accaduto in passato, si tratterebbe di un semplice esercizio per garantire l’impunità ad un politico. Cosa questa che sarebbe particolarmente grave se commessa dai parlamentari a 5Stelle che hanno chiesto il voto agli Italiani proprio per smontare le tutele dei privilegi riservati ai politici ed ai parlamentari.
Sarà interessante capire come intendono muoversi i cinquestelle. Negare l’autorizzazione a procedere li metterebbe in gravissimo imbarazzo nei confronti dei propri elettori, mentre se la concedessero, andrebbero in conflitto con l’alleato al Governo.
Democrazia imporrebbe a tutti, Salvini in testa, di lasciare che fosse la magistratura a decidere, com’è previsto dalla Costituzione. Ma la democrazia è al momento fortemente a rischio e questi fatti purtroppo non fanno che confermarlo.
Che ne direbbe, il signor ministro Salvini cuor di leone, di rinunciare all’immunità? Non avrà mica paura, da persecutore dell’illegalità (meglio se nera) e difensore dei diritti degli italiani?
(6 febbraio 2019)
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