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Brexit, ovvero i danni, enormi, che possono causare i politici che, per interesse personale, promettono cose drammaticamente dannose per il Paese

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di Marco Biondi #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Brexit

 

Riavvolgiamo il nastro e scopriamo che una banda di populisti arruffapopolo ha iniziato ad arringare la folla inglese dicendo che la permanenza nell’Unione Europea era un errore. Stiamo regalando miliardi di sterline destinati a chissà chi, invece potremmo tenercele e stare meglio tutti, dicevano.

E li a lanciare accuse a chi si opponeva, amici delle istituzioni, dei poteri forti, dei privilegi. Con il solito corredo di insulti probabilmente, anche se, chissà, magari il livello di civiltà da loro è un po’ meno misero del nostro. Fatto sta che il referendum l’hanno vinto. Nelle campagne più che nelle città, tra le persone più semplici e meno istruite, ma l’hanno vinto.

Il danno che ne deriva è catastrofico, per il loro Paese. Solo ora appare nella sua ineluttabile evidenza. Perché poi è abbastanza naturale aspettarsi che quando uno decide di chiudere unilateralmente un contratto, non si può aspettare chissà quali concessioni da chi viene mollato. Vuoi andartene? Benissimo, fai pure. Ma queste sono le nostre condizioni. Chi ha messo gli inglesi in questo casino o non sapeva cosa sarebbe accaduto (incapacità, ignoranza impreparazione) o, peggio, lo immaginava ma se ne è fregato.

E adesso?

Siamo ancora a metà del film ed è presto per immaginarne la fine. Ma credo che si possa già trarre qualche insegnamento utile.

Non possiamo pretendere che la stragrande maggioranza del “popolo” sia esperto di leggi e regolamenti internazionali, di politica economica, di macro economia e di flussi migratori. Il “popolo” conosce le cose che gli servono tutti i giorni per campare.

Infatti, il principio della democrazia è la “delega”. Io non conosco a sufficienza, e quindi mi affido a chi ha studiato, ha maturato esperienze adeguate, per rappresentare i miei interessi nella maniera migliore possibile.

E’ un po’ come andare dal medico, rivolgersi ad un avvocato, chiedere ad un architetto. Non possiamo sapere tutto e quindi dobbiamo rivolgerci agli esperti.

La politica funziona esattamente allo stesso modo. E i partiti politici, cardine della democrazia rappresentativa, sono le istituzioni che devono certificare la competenza dei propri rappresentanti.

Questa è, in estrema sintesi, la spiegazione del motivo per il quale il populismo è estremamente dannoso. Chi si improvvisa, senza avere una preparazione adeguata, una esperienza specifica, rischia di proporre soluzioni che non sono adatte a garantire il bene delle persone.

E’ ovviamente più che legittimo limitare il potere dei politici, i loro privilegi, la loro autonomia nel curare interessi personali, ma questo non può essere alternativo ad assicurarsi che la delega sia affidata correttamente.

Chi oggi ipotizza democrazia liquida, democrazia diretta, estrazione a sorte dei parlamentari, altro non fa che preparare il terreno ad una nuova dittatura. Brexit insegni e ci aiuti a limitare i danni delle scelte scellerate che un terzo di Italiani hanno fatto mandando al governo partiti rappresentati da casalinghe e disoccupati.

Dobbiamo cercare, a tutti i costi, di far recuperare alla popolazione il senso civico della rappresentanza politica, ridando dignità a chi si dichiara politico di professione. Privilegiamo persone leali, ma competenti, ricordandoci che la grandezza delle persone consiste anche, semplicemente, nella capacità di ammettere i propri limiti.

 

 




 

 

(16 gennaio 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 


 

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