di Daniele Santi #Coerenza twitter@gaiaitaliacom #Onestà
Il giorno post legge di bilancio e post approvazione ci siamo riempiti la testa di migliaia di commenti letti, ascoltati, ricevuti ed inoltrati su questo governo che “avrebbe perso la dignità” e su questo paese che, pur’iss, avrebbe “perso la dignità”. Non sappiamo con certezza dove tutta questa dignità perduta avesse casa prima di essere persa da qualche parte, perché noi ne abbiamo sempre vista poca. Poca quando si è deciso di votare un partito per una qualche convenienza personale, alzi la mano chi non l’ha mai fatto; poca quando ai sondaggi si è risposto che si votava a sinistra per poi votare a destra sulla scia del “chi voto sono fatti miei”, del “il voto è segreto” – scuse infantili per celare la vergogna di votare un impresentabile che promette figa per tutti e successo gratis.
Sono molto divertenti le cose che si ascoltano e leggono oggi. Le più divertenti vengono dai due vicepremier incendiari che si fanno belli di una legge che è una bomba atomica ad orologeria venduta come un’opera benefica che salverà il Paese dalla morte. Non sarà così e lo sanno anche loro. Tant’è vero che il mercato delle vacche ha riaperto e dal M5S si assiste ad un fuggi fuggi di tipo pretsunami che sarà ufficializzato quando i tempi saranno maturi. Divertenti sono anche quei discorsi arzigogolati che trasudano asservimento al potere (quello che si ritiene di possedere) e che ricordano, tra una riga e l’altra, che per amore di quell’asservimento al potere la rinuncia alla dignità è cosa di nessunissima importanza.
Così via ai commenti, alle battute; via all’odio da social. Eccoli coloro che hanno capito tutto e che sono esperti di tutto con variabili dettate dalle mode del momento, cascare a piedi pari nella trappola dell’odio contro l’altro che questi miserabili al potere hanno costruito apposta per loro, questi italiani incazzati col mondo come se fossero innocenti. Eccoli i trionfatori da social che poi raccontano gliene ho dette quattro a quello lì su feisbuq e mi hanno dato duecento like (quanta dignità c’è in un like che accusa qualcun altro di non avere dignità?) e che alle prossime elezioni se lo faranno mettere proprio lì da qualcuno che la racconterà più grossa, più fantasiosa, più credibile quella balla indecente che gli succhierà il voto dopo settimane di apparente meditare sul chi voterò, cosa farò, come la penserò, su quale simbolo vergherò la dannata crocetta…
La domanda a coloro che vomitano sulla presunta perduta dignità altrui è sempre e soltanto una: se fossero al posto di questi scriteriati senza dignità che tanto accusano, sarebbero
a) migliori
b) peggiori
c) uguali
e davvero, a questo punto, bisognerebbe chiudere questo pezzo con un aforisma che riguarda tutti, ma proprio tutti coloro che si sentono sexy e chic a giorni alterni, ma intelligenti, colti e politicamente preparati sempre (a parte la domenica, quando sono arbitri): per perdere la dignità, una dignità bisogna averla avuta. Rock’n’roll.
(20 dicembre 2018)
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