di Giovanna Di Rosa #coerenza twitter@gaiaitaliacom #onestà
Eccolo il ministro degli Interni-Zelig: come il suo predecessore presidente-Operaio, capace di dire tutto ciò che vogliono sentire i suoi interlocutori, il che si riduce a fare poco con dichiarazioni che si adattano all’uditorio. Il ministro dell’Interno-Vicepresidente-Zelig è genitore coi genitori, leghista coi leghisti, comunista coi comunisti, contro gli immigrati coi razzisti, istituzionale con le istituzioni, ai limiti dell’eversione con gli irriducibili, agnello coi forti, feroce coi deboli.
Il capolavoro, però, lo ha compiuto partecipando al raduno degli Ultras del Milan domenica scorsa. Per inciso, vale la pena ricordarlo, gli Ultras sono coloro che augurano la morte ai Carabinieri – che sono alle dipendenze del Ministero dell’Interno – ad ogni piè sospinto. E almeno ogni domenica.
E’ quantomeno bizzarro che il ministro dell’Interno li frequenti come si fa con gli amichetti coi quali si gioca a briscola al bar dell’angolo. Ancor più bizzarra, ma legittimo patrimonio dell’eredità di Vladimir Putin, è la spudoratezza di esibire le cattive frequentazioni come vanto.
Quel che certo è che non può esistere, non dovrebbe esistere nelle Istituzioni, un ministro dell’Interno che dovrebbe essere garante dell’ordine, che invece frequenta ritrovi di Ultras e stringe la mano ad un condannato (appena uscito di prigione dopo aver patteggiato un anno e mezzo per traffico di droga), noto per le sue violenze e le frequentazioni con ambienti malavitosi. Soprattutto quando questo ministro dell’Interno lancia anatemi contro gli spacciatori un giorno sì e l’altro anche.
Un po’ di coerenza non guasterebbe, ma non può certo arrivare dall’attuale segretario della Lega e vicepremier che, ubriacato dall’improvviso successo e dai sondaggi col vento in poppa, si esibisce in ogni dove e in ogni modo in un’infantile performance dell’uomo di potere che può tutto, che già sarebbe poco comprensibile in un adolescente catapultato per caso su un trono qualsiasi. Figurarsi in un uomo che ha nelle sue mani il compito di difendere ed unire il paese, non di dividerlo per spadroneggiare in lungo e in largo con le sue uscite di pessimo gusto e di nessun valore istituzionale.
(18 dicembre 2018)
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