di Vittorio Lussana #Giustappunto! twitter@gaiaitaliacom #Politica
Ed ecco circolare la solita ‘non notizia’ a sfondo mistico: quest’anno, in occasione delle festività natalizie, è apparsa nei nostri cieli anche la ‘cometa di Natale’. In realtà, quella che sta passando in questi giorni nelle vicinanze del nostro pianeta è solamente un piccolo astro, che appare ogni 5 anni e che risulta assai poco visibile senza un telescopio da milioni di dollari, di quelli che generalmente si utilizzano nei grandi laboratori astronomici. In secondo luogo, essa è molto piccola e senza ‘coda’, poiché coperta dalla sua stessa ‘chioma’. Si chiama 46P/Wirtanen e prende il nome dello scienziato Carl Wirtanen, che per primo la individuò verso la fine degli anni ’40 del secolo scorso. Ovviamente, l’evento ha scatenato, sui social e in rete, le fantasie più esoteriche e irrazionali: c’è chi vede nel suo passaggio un inequivocabile segnale negativo di disturbo della serenità cosmica, sino a indurci a toccare, scaramanticamente, le nostre parti ‘basse’; e chi, invece, legge in essa un segnale divino, che certamente annuncia la venuta di un nuovo Messia carismatico sulla Terra, in grado di riportare folle oceaniche verso la sacralità religiosa. Resta pur vero, che non riconoscere il ‘miracolo’ della nostra esistenza nello spazio cosmico significa rinchiudersi in una sorta di cinismo un po’ borghese. Ma da qui a prevedere l’apocalisse, in una cometa che passa, puntuale come una cambiale in scadenza, ogni 5 anni, ce ne passa. Tali cose evidenziano, in realtà, una forma di misticismo ‘parente stretto’ della follia, dato che il fenomeno appartiene pienamente a un ambito che più scientifico di così ‘si muore’. E’ anche vero che, sotto il profilo ‘estetico’, le comete sono particolarmente suggestive. Ma interpretare il loro passaggio come una premonizione, significa non aver compiuto un solo passo in avanti dai tempi in cui questi corpi celesti venivano salutati con apprensione, collegandoli forzatamente a eventi come la nascita di Gesù Cristo, all’invasione normanna dell’Inghilterra, o alla sconfitta di Napoleone a Waterloo. Nel corso della Storia, per quasi duemila anni nessuno si è mai occupato di comete. A parte Aristotele, il quale aveva teorizzato un sua idea ‘bislacca’, più vicina alla ‘balistica’ di Wernher von Braun, piuttosto che a un fenomeno astronomico ripetitivo nel tempo. Solo con il risveglio umanistico e rinascimentale si cominciò ad avere qualche sano dubbio in più, grazie al tedesco Petrus Apianus, all’italiano Girolamo Fracastoro e al danese Tycho Brahe. Quest’ultimo, sul finire del XVI secolo, fu il primo che tentò di misurare la ‘parallasse’ di una cometa apparsa sopra ai cieli d’Europa nel 1585. Non riuscendo a individuare tale misura, Brahe comprese, tuttavia, che esse erano molto più lontane della Luna. Inoltre, l’astornomo danese dedusse per primo che Aristotele aveva ‘torto marcio’: le stelle comete non sono di origine atmosferica, bensì dei veri e propri corpi celesti, molto diversi sia dalle stelle, sia dai fulmini o da altri eventi di natura terrestre. Si comprese, in particolare, che esse erano un fenomeno dinamico, non statico: le comete avevano un loro percorso, il quale, per alcuni secoli, fu considerato quasi esclusivamente circolare, in un secondo momento rettilineo, in una terza fase ‘parabolico’. La scienza attuale, grazie agli studi di Isaac Newton e Edmond Halley, in seguito ha stabilito che ci sono comete con una propria orbita ellittica, che cioè riappaiono ciclicamente nei nostri cieli; altre che passano e vanno a morire immergendosi nell’immenso calore del nostro sole; altre ancora, come la quella scoperta proprio da Halley, che possiedono una traiettoria parabolica molto ampia, che la conduce a ripresentarsi ciclicamente ogni 76 anni. Per quel che riguarda, invece, la loro composizione, si tratta, grossomodo, di enormi palle di ‘neve sporca’, generatesi milioni di anni fa e vaganti, da sempre, nello spazio. In buona sostanza, le comete ci sono sempre state. Ed esse, ‘poverine’, non hanno mai avuto alcuna incidenza nella Storia dell’umanità. Non solo non indicano alcun avvertimento apocalittico, ma non sono minimamente colpevoli di nulla di quanto accade sul nostro pianeta. Nemmeno le comete ci ‘filano’ di striscio, a noialtri. E le rare influenze esterne che hanno in qualche modo influenzato la vita sulla Terra, sono fenomeni astrofisici ormai lontani nel tempo. Altre cose da dire non ce ne sono. Se non quella di aver compreso, in termini assolutamente scientifici, che la cometa di Halley, quella che puntualmente appare ogni 76 anni da queste parti, senz’altro passa più frequentemente della linea Atac n. 913, la quale, spesso e volentieri, si disperde nello spazio cosmico senza più dare notizie di sé. Tanti auguri laici di buone feste a tutti. E andateci piano con lo spumante, quest’anno, altrimenti va a finire che di comete ne vedrete addirittura 3. Come accaduto, in quel di Saxa Rubra, al genarale romano Costantino, tanti secoli fa. Tra l’altro, quella a lui apparsa poche sere prima della battaglia di Ponte Milvio, non era neanche una cometa, ma un meteorite che si era diviso in tre parti poco prima di provocare un ‘botto’ pazzesco lungo la via Cassia. A quei tempi, grazie a tali ‘segnali divini’ si diventava imperatori; oggi, al massimo, ci si trasforma in un ‘grillino complottista’, con evidenti problemi di bipolarismo schizofranico da ricovero immediato.
(14 dicembre 2018)
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