di Alessandro Paesano #Cracco twitter@gaiaitaliacom #Sessismo
E capita anche ai siti amici, quelli che di solito indichi come un buon esempio giornalistico da seguire, di cadere …sulle lacrime maschili.
Stiamo parlando dell’articolo di Gaypost “Sei maschio, non piangere”: Cracco sessista a Hell’s Kitchen senza firma (“pubblicato da Gaypost”), che basisce e protesta contro Cracco e il programma di Sky.
Capita, pare, che un concorrente si metta a piangere non già per le contumelie che Cracco dispensa costantemente, che sono la ragione prima per cui lo show esiste (l’inferno del titolo è infatti il suo personaggio), il concorrente piange perché, una volta tanto, Cracco ha espresso un apprezzamento su uno dei suoi piatti.
Un motivo per commuoversi (sic!) e infatti il concorrente, un uomo sulla tarda trentina (così, ad occhio), si asciuga le lacrime con un gesto delle dita.
Cracco, inespressivo come un’asta ospedaliera per flebo, basisce e lo apostrofa (sai che novita!) sgridandolo perché piange, dicendogli che sembra un barboncino, e che i maschi non piangono.
Tanto basta per il nostro amico (o amica) di Gaypost per scrivere delle righe indignate contro Cracco reo non già di alimentare un clima di fasulla ostilità per una gara culinaria ma per l’ideologia delle contumelie.
Eh sì fasulla, perché tutta questa aggressività è così iperbolica da risultare evidente nella sua esagerazione e da passare, a torto, come innocua.
Come se quando si scherza o si esagera, non si faccia davvero sul serio, allora quello che si dice e si fa, conti meno.
Invece l’aggressività, la mancanza di rispetto, anche, se non soprattutto, quando sono oggetto di spettacolo, sono pericolosissime e deleterie.
Sono manifestazioni di prepotenza e vituperio – “non mi rispondere in teoria se no prendo questa pentola e la tiro”; ti ha fatto una domanda è caldooo??? urlando nell’orecchio della concorrente con la mano vicino alla bocca come nella famosa foto di Lily Brik; oppure il piatto sbattuto sul pianale di lavoro quando una concorrente osa rispondergli) potete vedere queste reazioni su youtube a questo link – squisitamente patriarcali e machiste, che per Gaypost vanno bene, fintanto che non siano sessiste…
Come se l’ideologia patriarcale che c’è dietro il programma non inquini sempre con i suoi deliri machisti concorrenti e pubblico, ma lo faccia solamente al primo chiaro riferimento ai ruoli di genere.
Ora, pare che Cracco abbia ricevuto tante critiche sui social.
Peccato che Gaypost pubblichi un titolo che insiste solamente sull’insulto sessista senza menzionare le critiche.
Ha titolato molto meglio La Repubblica (che è tutto dire): Cracco al concorrente commosso: ”Sei un maschio!” Critiche sui social contro lo chef.
Un articolo un po’ distratto, insomma, che addita il sessismo dimenticandosi di chiedersi da dove provenga…
E poi, dulcis in fundo, uno scivolone semantico, che tradisce il vero pensiero di chi ha scritto questo pezzo.
Dopo aver giustamente spiegato che un maschio non è meno maschio se piange, la nostra (o il nostro) chiosa: Reazione, quella di Cracco, forse tipica di un certo tipo di maschio, ma non necessariamente da uomo. Inteso come individuo che fa spazio a sentimenti e fragilità (il neretto è nel testo).
Perché mai un uomo che piange dovrebbe essere fragile?
Perché i sentimenti si accompagnano con la fragilità?
Vuoi vedere che, in fondo in fondo, Cracco ha ragione ?!
Una caduta non solamente di stile, ma politica e giornalistica che da Gaypost non ci aspettavamo proprio.
E se anche i migliori inciampano in semplificazioni così grossolane vuol dire che ci aspettano davvero tempi bui.
O magari anche no.
Così non mi resta che fare un bel pianto liberatorio, tutt’altro che fragile.
(6 dicembre 2018)
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