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E il liquidatore fu il fratello (o dei vantaggi di una famiglia numerosa)

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di Giancarlo Grassi #Onestà twitter@gaiaitaliacom #DiMaioDynasty

 

I vantaggi di avere una famiglia numerosa vanno molto oltre il piacere provato nel concepirla e gli inevitabili sacrifici per allevarla, può succedere infatti che dopo una serie di rocambolesche vicissitudini legate a questioni aziendal-famigliari i due pargoli intestatari, ad esempio, di un’azienda, debbano liberarsene trovando in un terzo fratello la persona giusta per seguirne la liquidazione.

Siamo naturalmente alla fantascienza e soltanto per una casualità psicostoriografica, tocca citare Asimov, la faccenda si sposa perfettamente con gli incubi del ministro del Lavoro tutto coerenza ed onestà che deve chiudere in quattro e quattr’otto l’azienda di famiglia e nomina, perché la fiducia è una cosa seria, liquidatore il fratello dopo essere stato titolare dell’azienda con la sorella.

Riuscite ad immaginare quale putiferio il pargolo ridens avrebbe scatenato nel caso una cosa simile fosse stata perpetrata da qualsiasi altro esponente politico, magari al governo?

Il ministro del Lavoro e vicepremier e capo politico (quanto ci piacciono le cariche multiple!) è in una situazione delicata e il suo incubo ha un nome.

Citiamo l’Huffington Post:

(…) sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Ed è su questo punto che il Pd, presentando nei prossimi giorni un esposto alla procura di Napoli, si batterà per fare chiarezza sull’azienda di famiglia, l’Ardima costruzioni. L’Ardima all’inizio era intestata al padre Antonio, ma poi a causa dei debiti con Equitalia, cartelle da 176mila euro, l’ha chiusa. Quindi ne ha aperta un’altra a nome della moglie, che in quanto dipendente pubblico però non poteva essere titolare di una società, ed è per questo che i due titolari dell’azienda chiamata Ardima srl, da oggi in liquidazione, dal 2012 sono diventati il vicepremier Luigi Di Maio e la sorella Rosalba (…) La sede legale della società è sempre la stessa sin dai tempi in cui l’azienda era dei nonni: Via Umberto I 69 a Mariglianella, famosa ormai perché su quel terreno ci sono quattro fabbricati abusivi. Non solo, su una parte di quell’appezzamento pesa dal 2010 un’ipoteca proprio dovuta ai debiti del padre (…) Quindi il deputato Pd Carmelo Miceli, avvocato siciliano che già si è occupato del caso firme false che ha coinvolto il Movimento 5 Stelle, sostiene che “l’attività viene sempre gestita dal padre di Di Maio. Se una ditta chiude per debiti e trasferisce il proprio patrimonio ad un’altra ditta è un reato molto grave punito dall’articolo 648 del codice penale, ricettazione.

 

Ci sono avvvenimenti fantasiosi che si sposano quasi perfettamente con la realtà, in uno sposalizio che ha molto di inquietante e assai poco di umano. Il destino è crudele e a noi, guardate un po’, popolo di superficialoni che danno sempre la colpa agli altri, sorto finalmente un partito di vendicatori vendicativi (e ignoranti) che prometteva il paradiso in terra sradicando l’odiata Casta e promettendo che mai ce ne sarebbe stata un’altra, tocca un capo politico, vicepremier e ministro del Lavoro (quanto ci piacciono le cariche multiple!) che deve liberarsi dell’azienda di famiglia a lui intestata a causa di un padre superficialone che (in video) dà la colpa agli altri che ha dato vita al capetto di un partito di vendicatori vendicativi (e ignoranti) che ha promesso il paradiso in terra sradicando l’odiata Casta per poi comportarsi peggio dell’odiata Casta.

Uno sconquasso psicologico che nemmeno la psicostoriografia di Hari Seldon, tocca scomodare Asimov un’altra volta, avrebbe potuto prevedere. Anche perché era lì, sotto gli occhi di tutti coloro che accecati dal fideismo c’hanno voluto credere. Tutto mentre le scie chimiche obnubilano e costringono a piegarsi al volere dei potenti, chissà se son partite dallo yacht di Grillo…

 





(5 dicembre 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

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