di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacomlo #Politica
Maurizio Martina ha rotto gli indugi e si è dichiarato: sono candidato. E’ il settimo che si presenterà alla carica di segretario del PD in quel congresso che si dstinguerà per essere il più gravido di candidati della breve storia del partito (che le fondazioni di DS e Margherita non vogliono più), e probabilmente anche per essere il più inutile.
Si prevede un frazionamento dei voti (è difficile non pensare che Martina si sia candidato per far fuori Zingaretti) e la gestione interna del partito somiglierà sempre di più ad una rissa continua molto peggiore di ora. Si sciogliessero una volta per tutte.
Dunque i candidati sono sette: Francesco Boccia, Dario Corallo (il candidato colorato di verde e di giallo, quello dell’intervento indimenticabile in direzione che straparlava di sproloqui), Cesare Damiano, Marco Minniti, Matteo Richetti, Nicola Zingaretti oltre al già citato Maurizio Martina. Noterete come la presenza femminile sia nutrita [sic] e non c’è male, oseremmo dire, per un partito che accusa tutto il Transatlantico di essere sessista.
Così, mentre aspettiamo Lancillotto, condividiamo con voi queste povere cronache di un partito che non fa opposizione, non fa politica, non fa un accidente quando ci sarebbe bisogno – e spazio – che l’opposizione facesse il suo mestiere come nella legislatura scorsa, e che si preoccupa delle sue correnti interne, che presenta candidati per tutte le fasce sociali e le fasce d’età e che permette alla peggiore destra dell’emisfero occidentale di perpetrare le sue scorribande disumane senza pronunciare una sola frase sensata. Quella destra che risulta essere, dai sondaggi di oggi, il primo partito anche in Toscana ed Emilia Romagna. Mentre il PD giocherella al congresso…
(23 novembre 2018)
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