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L’orrenda bufala dell’HIV che si trasmette dai vestiti

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di Paolo M. Minciotti #HIV twitter@gaiaitaliacom #Bufale

 

Mentre sul web imperversano le dichiarazioni di quegli schifosi che fanno battute sulla ragazza rapita in Kenya, proprio come fanno coloro che si sentono innocenti delle loro azioni pensando che la vita non gli presenterà il conto mai; mentre vengono riesumate le promesse di questo governo di dementi messo dove sta da quelle stesse persone che fanno battute da social sulle ragazze rapite in Kenya ricordando che il ministro del Lavoro diceva “Mandateci al governo e vedrete come calerà lo spread”…

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Mentre l’Unione Europa ci fa un culo così e le risposte che gli Italiani che producono e non si sono mai affidati ai sussidi o al reddito di cittadinanza (non sarà mai detto con troppa enfasi che non ci sarà mai, almeno nei termini promessi dall’ometto che lo ha promesso) ascoltano sono a metà tra la burla e l’idiozia (“Ora aspettiamo la letterina di Babbo Natale”), gira un’altra bufala che sembrerebbe pilotata, diciamo così, direttamente dai favolosi social manager di certi governanti. Ed è la più orrenda di tutte.

Parliamo della bufala sui vestiti gettati in mare che trasmetterebbero l’HIV, coniata in occasione del ridicolo scandalo montato sulla nave Aquarius di MSF. Una cosa che più orrenda non si può e che più falsa e demenziale non è possibile inventare perché non c’è evidenza scientifica che l’HIV si trasmetta dai vestiti mentre è statistico che se lo prendono i puttanieri che vogliono sesso a pagamento senza preservativo o nei cespugli col primo che passa, e poi contagiano le loro mogli. Sono, di solito, i più razzisti e quelli che all’uscita della messa domenicale discutono coi loro sodali di come condannare la promiscuità, le unioni civili e fare in modo che la famiglia sia una sola. Esiste anche evidenza di alcune altre stupidaggini sui contagi: l’acaro della scabbia, ad esempio (io l’ho presa dormendo in un hotel a 5 stelle in Italia, tanto per gradire, sono guarito in dieci giorni no big deal), fuori dal corpo umano sopravvive tra le 48 e le 72 ore: tre giorni, per chi pensa che 24 più 24 faccia 936 in onore alla moltiplicazione dei denari vaneggiata dal pentaleghismo.

Si può proseguire: il virus HIV muore col paziente che ha (eventualmente) ucciso; per esserne contagiati occorre un contatto non protetto tra mucose o con sangue infetto o una sciagurata trasfusione non controllata (o attraverso strumenti medici non sterilizzati) o attraverso trombate (numerose) non protette da profilattici con persone infette; la tubercolosi si contrae per vie respiratorie, ma solo se sei a meno di due metri di distanza ed è assai meno virulenta del comune raffreddore; a più di due metri di distanza nemmeno ti vede. La meningite si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Da qui l’importanza di stare zitti. Come vedete non c’è rischio di contagio via mare.

Insomma di tutte le malattie elencate dai minus habens che sono passati direttamente dal bar al social senza soluzione di continuità, che prima si ubriacavano al bar rompendo i coglioni a venti persone e ora si sconvolgono di fronte al pc scrivendo porcate che arrivano ad alcuni milioni di persone, è stata depennata (capite depennare, no? E’ un verbo che nulla a che vedere con ciò che si fa a un pollo prima di metterlo in forno…) l’umana deficienza: malattia incurabile assai più contagiosa e pericolosa di tutte le altre che al massimo ti ammazzano. La deficienza ti uccide in vita. E non te ne accorgi.

Proprio per quel motivo piuttosto che frequentare deficienti preferirei essere spiaccicato da un TIR contro un muro.

 





(22 novembre 2018)

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