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Un paese diviso in tifoserie che nello scannarsi tra loro perdono il senno e devastano il paese

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di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacomlo #UE

 

Il governo del Popolo che devasterà il popolo in pieno stile venezuela è, alla fine, il desiderio realizzato di quella maggioranza di Italiani che è (im)maturata nell’incattivire, nel dare la colpa all’altro, che ha trovato nell’avversario politico un nemico da distruggere e non un avversario da contrastare, che usa duecento parole e sempre quelle e che, grazie alla devastazione delle menti operata dalle televisioni dell’uomo politico sdoganatore di tutte le destre d’Italia, sono incapaci di formulare un concetto che vada oltre il “come ti permetti”, moderna evoluzione del “Lei non sa chi sono io“.

L’Italia è al bivio più pericoloso della sua storia post-guerra mondiale: se l’Unione Europea dirà no alla manovra finanziaria – ed è certo che dirà “no”; se l’Unione Europea aprirà una procedura d’infrazione contro l’Italia – e non è affatto scontato che non lo faccia – si apriranno alcuni scenari che vale la pena ricordare alle tifoserie da duecento parole e non di più che sui social scrivono il verbo avere con la “a” accentata. Procedura d’infrazione significa, oltre ad una sostanziosa multa che potrebbe aggirarsi attorno ai nove miliardi di euro spalmata su qualche anno, che l’Italia per cinque anni non potrà accedere a nessun finanziamento europeo, stimato atutt’oggi in circa 70 miliardi di euro all’anno, e che ogni tipo di attività gestita con finanziamenti europei si bloccherà. Significherà che l’Italia avrà ancora meno lavoro e molte ditte chiuderanno. Insomma la Manovra del Popolo sarà la morte del Popolo.

Non importa granché, evidentemente, a coloro che hanno trasformato il paese in un capo di battaglia verbale diviso in fazioni di facinorosi che nello scannarsi tra loro e nel votare per distruggere ciò che è stato fatto prima, aizzati dai grandi signori della comunicazione, hanno trovato lo sfogo alla loro rabbia secolare che, statene certi, si rivolgerà in futuro direttamente contro le pance di coloro che quest’odio hanno creato.

In gioco c’è il destino del Paese e mai, sul serio mai, come in questo momento, gli Italiani che hanno votato alle scorse elezioni hanno scelto il peggio della classe dirigente possibile: una banda di impreparati ed arroganti incoscienti il cui unico verbo è resistere senza rendersi conto di quali saranno, e quanto gravi saranno, le conseguenze del loro agire senza senso.

Come ha avuto modo di dire Vittorio Lussana nel suo programma settimanale in podcast sulla nostra webradio, chi dirige il paese, coloro che sono classe dirigente, contano. E contano molto.

Se mettiamo alla guida del paese personaggi come quelli che vediamo agire dissennatamente in questi ultimi mesi, personaggi senza nessuna preparazione che a testa bassa vanno verso lo schianto, che non propongono nulla che non sia il facciamo quello che vogliamo alla faccia dell’Europa contro tutto e tutti e principalmente contro industriali, piccoli imprenditori, cioè contro il tessuto produttivo del Paese che sta avvisando in tutti modi che lo schianto finale è a pochi metri, allora non rimane nessuna speranza. E ci toccherà emigrare. Dando la colpa a qualcun altro. Mentre ci siamo convinti che uno più uno fa dodici e che qualche miracolo farà cadere i soldi dall’alto direttamente sulle nostre inutili teste.

Non siate tristi, l’emigrazione, non garantendoci il diritto di votare alle politiche del paese che saremo costretti a scegliere, ci impedirà di perpetrare il voto come abbiamo fatto negli venticinque anni. Anche nel peggio, come vedete, c’è sempre un lato positivo.

 




 

(21 novembre 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





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