di Marco Biondi #lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica
Mi sono rotto. Basta. Continuare ad insistere come dischi rotti sugli errori di Renzi non lo sopporto più! Analisi politiche, analisi della sconfitta, autocritica, autoflagellazione, chiedere scusa. Ma basta! Oggi la storia la leggo io.
Da una parte un Partito che finalmente porta a casa riforme sui diritti civili attese da decenni, propone riforme sull’assetto costituzionale che semplificano la gestione del Paese, e contemporaneamente rilancia l’economia. Dall’altra la conservazione più bieca si oppone invocando il rischio di una deriva autoritaria e criticando il famoso uomo solo al comando. Ma da chi è rappresentata questa conservazione? Forse da Berlusconi? O da una Lega che nel 2016 era al 7% di consensi? O forse dai 5Stelle? Assolutamente NO. La conservazione che più ha ucciso il riformismo in Italia è venuta dalla sinistra novecentesca e dai sindacati. Sì signori. Questa è la sconfortante verità.
Cerchiamo di capire. Berlusconi inizialmente appoggia le riforme. E le vota. Poi capisce che il rischio di un accrescimento del consenso sul PD diventa pericoloso e non esita alla prima occasione a cambiare campo.
La Lega non esisteva, tanto era insignificante la sua compagine parlamentare ed il suo consenso nel Paese.
I 5Stelle, inteso come partito, devono necessariamente dichiararsi contrari. Non possono permettersi di avere un PD a guida Renzi che modernizza il Paese e sta al potere per decenni. E si schiera contro con il suo 25%, pur trovandosi di fronte ad una riforma che oltre a semplificare il governo del Paese, riduce i costi della politica e lo fa con riforme strutturali. Rischierebbe solo di trovarsi a vincere le elezioni e dover governare da soli, senza esserne capaci né preparati.
Ma chi rischia di perdere maggiore potere? Sinistra e sindacati, finalmente messi in discussione dopo decenni di protezione. Renzi vuole rivedere i criteri della rappresentanza sindacale, introducendo dei limiti a piccoli gruppi di sindacalisti che possono bloccare il Paese senza averne il consenso da parte della maggioranza dei lavoratori.
Poi vuole ridurre il potere dei CAAF, rendendo sempre più autonomi i contribuenti con dichiarazioni precompilate e “fai da te” informatico.
Propone di rivedere permessi e distacchi sindacali, retaggi novecenteschi non più attuali, almeno non con le regole stabilite 40 anni fa.
E facendo perdere tutti questi privilegi, mette in discussione un enorme potere dei sindacati, che hanno condizionato il potere politico ed economico negli ultimi 40 anni.
Possiamo immaginare che immensa minaccia ha rappresentato Renzi verso questo enorme potere, che rischiava di essere spazzato via per portare il nostro Paese finalmente nel terzo millennio?
Questa è la mia lettura della storia. Sindacati e chi, nella vecchia sinistra che ne ha agevolato il potere e che da questo potere ha evidentemente tratto immensi benefici, hanno combattuto per abbattere il rischio Renzi.
E noi adesso dovremmo chiedere scusa?
Ma per piacere! Avete vinto con l’inganno alleandovi con la destra più estrema e con il populismo più bieco. Avete favorito VOI l’emorragia di voti verso i 5Stelle, presentando un PD diviso e che rappresentava, secondo voi, un rischio di deriva autoritaria e avete consegnato il Paese ad un rischio di rigurgito fascista dal quale faremo estremamente fatica a liberarci. E l’avete fatto scatenando quella rete di collusioni e complicità che avete costruito negli anni, anche con i principali media del Paese. E osate chiedere a noi di fare analisi della sconfitta e autocritica?
La mia autocritica è di non aver completato la rottamazione e non aver rigenerato il PD perché diventasse finalmente un Partito Progressista Europeo. Questo è stato l’errore. E oggi troviamo ancora le Camusso, i Landini, i Cuperlo a spiegarci come fare a riconquistare i voti finiti ai 5 Stelle.
Signori, la forza della vecchia sinistra la vedete negli zero virgola dei vari Fassina, nel 3% degli scappati di casa che si sono voluti chiamare Sinistra e Libertà per rappresentare la loro libertà di fare la guerra a chi gli aveva preso il Partito col quale avevano coltivato o loro preziosi orticelli. Quella sinistra nel Paese non esiste più. Esiste ormai solo nei palazzi della Politica. La storia va letta, ma soprattutto capita. Forse è quest’ultimo il problema maggiore per il riformismo in Italia.
(4 novembre 2018)
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