di Redazione #Milano twitter@gaiaitaliacomlo #ATM
E’ un’interessante inchiesta del Corriere che trovate a questo link, quella che prende in esame l’abitudine che quelli a cui piace tanto lo slogan prima gli Italiani, quelli dei mezzucci al limite della legalità per intenderci, anche se questi si sono spinti un po’ più in là, abitudine che venne alla luce il 2 febbraio 2018 quando una guardia dell’ATN aprendo una porta di uno dei locali di ventilazioni nel mezzanino della fermata Duomo “accessibile solo ai tecnici” trova un grosso fagotto appoggiato a terra e, apertolo, si trova di fronte ad un rotolo “vergine” di biglietti ATM: sono circa 1500, tutti in bianco e il gioco alla guardia è subito chiaro. E chiama la Polizia.
La cosa è serissima. E’ subito chiaro che, per dirla con il Corriere “L’origine della truffa sta in un problema informatico: ogni tanto le stampanti «sputavano» biglietti doppi senza «contabilizzarli» (registrarli). Quei biglietti però funzionavano: aprivano i tornelli. Alcuni dipendenti se ne sono accorti e hanno iniziato ad approfittarne…” e non sono nemmeno africani, né arabi. Almeno così pare.
L’inchiesta va letta, è estremamente interessante e chiarisce, al di là della condotta fraudolenta, che l’italianucolo che dà la colpa agli altri quando c’è da approfittare di una debolezza del sistema per sfruttarla a proprio piacimento non ci pensa su nemmeno troppo ed è pronto a dare il via ad una catena di montaggio che gli permetta di fare i fatti suoi con ciò che suo non è.
In pochi mesi di lavoro fraudolentol’inchiesta qui. Un gran pezzo di giornalismo, cioè di stampa di biglietti in proprio in cxxo all’ATM ci sono stati guadagni superiori ai 140mila euro, altro che storie. Con tanti saluti alle percentuali e ai legittimi proventi dell’azienda. Così funziona la ricerca dell’onestà altrui e così funzionano le grida contro lo straniero ladro. Più si grida più c’è qualcosa da nascondere. Leggetevi coi fiocchi.
(21 ottobre 2018)
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