di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #MatteoRenzi
La Leopolda 9 ha stabilito un fatto incontestabile, che anche se non piace al PD, a Cuperlo, a D’Alema, a Bersani, a Emiliano, è incontestabile: Matteo Renzi guida un movimento politico fatto di persone che lottano, pensano, propongono, si appassionano, si incazzano e che, soprattutto, lo riconoscono come leader indiscusso di quel movimento, senza risparmiarsi nel ricordargli dove ha sbagliato e come.
Non c’erano proprio quattro gatti alla Leopolda 9. Soprattutto non c’erano proprio quattro gatti fuori dalla Leopolda a seguire ciò che Matteo Renzi e gli altri invitati dicevano. Piaccia la formula, non piaccia, piaccia l’uomo o non piaccia, lo si ritenga capace, incapace, politico, apolitico, simpatico, antipatico, lo si bacchetti sul suo carattere, lo si ami, lo si odi, lo si detesti o lo si ami Matteo Renzi ha un seguito e, da solo, ne avrebbe molto di più che dentro quel casermone asfittico che è diventato il PD. Questo aspetto niente affatto secondario della politica, nel momento storico presente governato dal pentaleghismo e basta – l’opposizione non c’è, quella che c’è non esiste se non negli intenti e gli anti-Renzi dentro il PD non fanno gli anti-pentaleghisti, ma continuano a fare la guerra al renzino – è sfuggito alla maggioranza dei commentatori (a parte Il Foglio) troppo impegnati a parlare di teatrino, di protagonismo, di quanto gli è antipatico Renzi, di quanto trovino stantìa la Leopolda, di quanto desiderino i regicidi dopo che si sono innamorati del Re. E’ il destino di tutti coloro che devono uccidere il proprio padre. Per farlo devono chiudere occhi e orecchie. La bocca no. Quella mai.
Nella mattinata del 22 ottobre, il giorno dopo la Leopolda 9, ascoltavo un commentatore bearsi del suo ritenere il potenziale valore elettorale di Matteo Renzi senza il PD attorno all’8%. Credo che questo signore, tono insopportabilmente saccente a parte, abbia sbagliato completamente la sua previsione, ma toccherà stare a vedere ed aspettare anche perché non ho nessuna voglia di mettermi a duellare con colleghi ben più blasonati che scrivono su testate assai più importanti, per il momento, della nostra. Sono comunque certo di non sbagliarmi se affermo che il valore elettorale e sociale del movimento politico che fa capo a Matteo Renzi, e non al PD, potrebbe tranquillamente essere di due cifre forse superiori al 18% e un po’ raggranellato dal partito lo scorso marzo.
La Leopolda l’ho seguita anche io: in streaming. Come ogni anno. E devo dire che, come ogni anno, sono rimasto colpito dalla straordinaria passione politica dei suoi partecipanti che nulla, veramente nulla, ha a che vedere con il partito dell’odio e dell’invidia al potere messo su dal cialtronume pentaleghsta che governa l’Italia e che continua a collezionare trionfi, perché gli elettori si sono convinti che l’odio sociale sia la strada. Nel frattempo aspetto che i signori della sinistra, quelli che si chiamano Bersani, D’Alema, Camusso, Epifani, Grasso insieme a quelli del PD che siano Emiliano, Cuperlo, Zingaretti o qualcun altro, dicano qualcosa di sensato e qualcosa di sensato propongano di fronte allo scorrazzare per le praterie della volgarità e dell’imbarbarimento dei pentaleghisti al potere. Che sia qualcosa di serio in grado di muovere le persone almeno come Matteo Renzi ha fatto alla Leopolda. Piaccia a non piaccia. Ammesso che abbiano tempo dato che stanno preparandosi a perdere l’ennesimo congresso.
Per chiudere: alla Leopolda si respirava un entusiasmo straordinario unito ad un grande senso di appartenenza. Così, per dire…
(22 ottobre 2018)
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