di E.T. #politica twitter@gaiaitaliacom #commedianti
Sui famosi 49 milioni della Lega di cui il ministro dell’Interno non parla mai se non per lanciare strali che poi minimizza il giorno dopo registriamo una Lega pronta alla battaglia legale, ma senza soluzioni per evitare i sequestri, insieme alla ventilata possibilità di una rateizzazione del debito. La polemica genera ascolti così che La7, Pravda televisata, con le buona ambasciate di Lilli Gruber, si insersice nel dibattito nel modo più prevedibile possibile.
Da un lato assistiamo al silenzio di Di Maio sulla questione, sue parole avrebbero immediata ricaduta sul governo pentaleghista, e dall’altro l’interessamento della prode conduttrice di Otto e Mezzo che ci permette – oh beneficio divino! – di ascoltare le auree parole di Alessandro Di Battista, autoesiliatosi in Guatemala, ma sempre presente sugli schermi che contano.
Per l’ex deputato pentastellato la Lega deve “restituire i 49 milioni di euro fino all’ultimo centesimo, che c’entra il processo politico? (…) fossi un militante della Lega chiederei la restituzione di ogni singolo centesimo perché sono soldi miei. Le sentenze si rispettano, quindi restituiscano il maltolto. Punto” e poi, con la veggenza [sic] che lo caratterizza aggiunge: “La Lega si sputtana se ferma la riforma anticorruzione di Bonafede. Mi auguro non lo faccia (…) Forse Salvini avrà ricevuto una telefonata da Berlusconi…” (il M5S si sputtana se non porta acasa lariforma bloccato dal suo alleato, ndr)…
La commediola ordita dal buon Di Battista avrebbe avuto bisogno di una regia migliore: Di Maio tace per dovere istituzionale, la Lega col suo ministro dell’Interno si scaglia contro i giudici, Di Battista che è ufficialmente fuori dai giochi politici interviene in diretta tv e, dall’alto della sua imparzialità [sic] ordina alla Lega di restituire i soldi fino all’ultimo centesimo. Per renderla credibile sarebbe bastato che Di Battista non avesse aspettato di essere interpellato, ma fosse intervenuto di proprio pugno su uno qualsiasi dei quotidiani proni all’attuale governo – il Corriere non gli avrebbe detto no.
Ci spiace, ma non ci casca più nessuno. Probabilmente nemmeno loro.
(11 settembre 2018)
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