di Giancarlo Grassi #Acquaraquà twitter@gaiaitaliacom #dichiarazioni
Ha tenuto banco per tutto il 5 settembre la straordinaria affermazione del ministro del Lavoro che non sa cos’è il lavoro non avendo lavorato mai, che è quello straordinario statista senza laurea che in un passato recente si permettette (permise, naturalmente) di dare lezioni di Diritto Costituzionale al presidente Mattarella che è uno dei Costituzionalisti più preparati d’Italia, affermazione secondo la quale noi umani siamo “fatti per il 90% di acqua e quindi abbiamo diritto all’acqua pubblica”.
A parte il fatto che il nostro corpo è fatto d’acqua per poco più del 60%, dicono gli esperti quelli veri, ci sfugge il senso dell’affermazione del ministro del Lavoro e del (sotto)Sviluppo Economico: siccome noi siamo fatti d’acqua per il 90% [sic] abbiamo diritto all’acqua pubblica. Se la percentuale d’acqua nel nostro corpo fosse del 50% all’acqua pubblica non avremmo diritto? Dove sta l’acqua pubblica di cui il Ministro vaneggia? L’acqua la paghiamo e la paghiamo sempre più cara. Se non la paghiamo ci chiudono i rubinetti. Di quale acqua pubblica si delira?
Altro sarebbe se il Ministro, o qualcuno per lui, magari astenendosi da dichiarazioni pseudoscientifiche che tanto piacciono ai sottoculturati da Bar Sport che leggono sei righe, ne capiscono tre e citano il poco che ricordano, parlasse del vero problema legato all’acqua. Cioè che di acqua ce n’è sempre meno, ce ne sarà sempre meno e sarà sempre più cara e se non facciamo qualcosa, essendo l’acqua indispensabile alla vità, sarà sull’acqua che ci scanneremo.
Altre che discorsi propagandistici su pubblico, privato e percentuali d’acqua nel corpo dei minus habens. Manca solo di sentire che il 90% del corpo dei russi è fatto di vodka perché bevono solo quella. Su, siamo seri e smettiamola con la facile propaganda. Anche perché Di Maio, perché quel che è vero va va detto, ha dimostrato con le ultime decisioni prese sul’Ilva e che sono note e non staremo a ripetere, dimostra di essere persona che impara da ciò che fa e capace anche di trovare soluzioni giuste ai problemi. Ma faccia il suo mestiere e la smetta di spararle grosse, perché della sparata grossa non ne possono più nemmeno i suoi elettori. Che scappano verso Salvini. Che è il vero male d’Italia insieme alla “dichiaratrite” che è quella malattia che ti spinge alla dichiarazione, di qualsiasi dichiarazione si tratti, su qualsiasi argomento. Malattia gravissima che imperversa in questo momento storico e che appare, al momento, incurabile. Forse servirà un vaccino.
(6 settembre 2018)
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