di Redazione #Pisa twitter@gaiaitaliacomlo #Razzismo
Storie di ordinario e squallido razzismo e di (dis)ordinata e squallida ignoranza quella che arriva da Pisa (ricorderete il senegalese pestato dal suo datore [sic] di lavoro perché pretendeva di essere pagato, vero?). Dunque succede che un uomo e una donna, sposati secondo normalità naturale eterosessuale (ed eteronormata) hanno un difettuccio: sono una coppia mista, lui è bianco e lei è nera. In più hanno anche avuto l’ardire di aprire un ristorante che presenta una cucina mista tosco-senegalese (la cucina senegalese è eccellente, ignoranti!) che è frequentato anche da africani che, oltre ad essere neri e africani, hanno anche questo brutto difetto di pretendere di nutrirsi.
Quest ha scatenato le ire del vicino del piano di sopra, perché c’è sempre un vicino del piano di sopra che ci odia, odiando il mondo e in fondo anche se stesso, e che lancia insulti, minacce e a volte anche sassi contro coloro che oltre ad essere stranieri (o straneri [cit.] che dir si voglia) ed essere in Italia pretendono anche di mangiare avendo anche addirittura l’ardire di pagare di tasca propria come se meritassero di avere soldi in tasca.
Succede così che l’ira funesta del demente vicino si scateni attraverso insulti, minacce, lancio di sassi contro i clienti e addirittura un plateale “Vi sparo!” che dovrebbe portare, se fossimo un paese normale, il latore della minaccia direttamente in galera. Il poveraccio con indubbi problemi come tutti i poveracci con evidenti problemi è organizzatissimo: sul balcone pietre e vetri taglienti, che non esita a lanciare nemmeno se rischia di ferire una bambina di 4 anni figlia di Portando pietre e vetri taglienti sul terrazzo per lanciarli anche in presenza di una bambina italiana di quattro anni figlia di Nicola Tamburiello (62 anni) e Bousso Gueye (di 44), che sono poi la coppia di titolari di “Sapori d’Africa e toscani”, il locale etnico aperto a giugno all’angolo fra via Quarantola e via Battisti, nella zona di Porta a Mare a Certaldo di Pisa.
Scrive Il Tirreno:
L’apice della violenza alla mezzanotte fra martedì 21 e mercoledì 22 agosto, quando l’uomo – un imprenditore e padre di famiglia di mezza età – ha ferito alla gamba due ventenni di colore che avevano appena cenato nel ristorante e stavano tornando a casa, minacciando loro di far fuoco con una pistola. Il tutto alla presenza di Tamburiello e della figlia piccola. «È da giorni che si comporta così, è matto e non ne possiamo più – sostiene il ristoratore di Certaldo, che ha conosciuto e sposato l’attuale moglie durante il suo soggiorno decennale a Dakar, in Senegal – perché non fa che insultare i miei clienti per il colore della pelle. Dice loro: “Senegalesi di me…a”, “negri di me…a” e anche “figli di pu…na”. Abbiamo paura e temiamo anche che qualcuno, alla fine, salga a casa sua per fargli del male. Per ora, al culmine delle sue aggressioni, gli hanno chiesto di scendere per chiarire la situazione. Ma se ne è ben guardato. Inoltre – conclude Tamburiello – non fa che chiamare la polizia, che poi verifica che è tutto a posto. Deve mettersi in testa che nessuno è il padrone del quartiere. Nemmeno lui».
Non per istigare, ma esistono le denunce. Se poi ci sono feriti e bambini di mezzo…
(24 agosto 2018)
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