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La Fondazione Magnani-Rocca di Parma, dall’ 8 settembre al 9 dicembre 2018, offre una retrospettiva dedicata a Roy Lichtenstein.
Insieme a Andy Warhol, Roy Lichtenstein è stata la figura più rappresentativa della Pop Art, abitando nell’Olimpo della storia dell’Arte della seconda metà del Ventesimo secolo. Lichtenstein, stravolge l’arte, le sue opere derivano dai fumetti, che colora con la retinatura puntinata che tanto ha fatto immagine. Utilizza il retino tipografico, utilizza il fumetto in ambito pittorico, rivisita la storia dell’arte tra passato lontano e passato recente, fa tutto questo con uno stile personale che diventerà poi, inconfondibile.
La prima parte della mostra, come si può immaginare, viaggia tra il 1960 e il 1965, ed è dedicata alla stagione iniziale della Pop Art, in cui nascono le icone tratte dal mondo dei fumetti e della pubblicità, messi a confronto con le opere dei compagni di Pop Art. Artista complesso e curioso, dopo l’incursione iniziale citata, inizia alcune serie che hanno come riferimento da un lato la storia dell’arte, dall’altro il grande tema dell’astrazione pittorica fornendo nuove visioni e nuove interpretazioni dell’arte vista dai suoi occhi.
Di li a poco, Lichtenstein, sente l’esigenza di confrontarsi direttamente con i grandi nomi del passato, nascono figure ispirate a Picasso e Matisse, ma anche opere di ispirazione Surrealista.
Lichtenstein ama confrontarsi, studiarsi, mettersi in gioco, artista complesso e talentuoso, mai scontato o ripetitivo.
Mostra interessante e semplice nella difficoltà di lettura dell’artista, mostra che permette di conoscere anche il lato privato del pittore grazie a scatti privati, nel suo studio, pittosto che fotografie che leggono e spiegano il rapporto tra artista e cultura italiana che da sempre vive in Lichtenstein.
La Fondazione Magnani-Rocca di Parma, allestisce la mostra a Villa dei Capolavori, e riunisce oltre 80 opere del Maestro e degli altri grandi protagonisti della Pop Art americana. Sono presenti opere iconiche di Andy Warhol, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana.
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(23 agosto 2018)
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