di Giancarlo Grassi #razzismo twitter@gaiaitaliacom #disumanità
Sul fronte del razzismo da idiozia indotta e del giovinume che transita in luoghi presumibilmente, a loro dire, frequentati da prostitute africane per tirare loro uova – un tempo si trombava invece di tirare uova, so che è una frase poco signorile ma è così – ci sono due buone notizie, anzi tre: la prima è che l’atleta italiana colpita ad un occhio da un uovo lanciato da giovinastri che non sapendo che fare del loro presente si devastano anche il futuro, si limitassero al loro, potrà partecipare ai Campionati Europei di Berlino; la seconda buona notizia è che il giovanistrume è stato pizzicato e piange calde lacrime e pentimenti, perché dopo piangono sempre; la terza è che l’idiozia razzista è trasversale.
Il giovanilista lancio di uova contro la titolata atleta italiana di origine nigeriana è stata opera di ragazzacci, sculacciateli per bene, tra i quali il figlio di un consigliere del PD che secondi alcuni testimonierebbe che anche il PD ha eccessi di razzismo, come se fosse una novità.
Il monellaccio, sia detto con rispetto, piange calde lacrime dicendo che il razzismo non c’entra niente e poveri noi cosa abbiamo fatto e non posso fare altro che chiedere scusa e dio come sono stato incosciente sono così pentito e poveri noi… Come se un atto, per essere razzista, dovesse avere bisogno di essere identificato come tale prima del suo compimento.
Delle questioni legate alla legge si occuperà chi la Legge applica in questo paese, noi parliamo del valore simbolico degli atti che si compiono: non importa se dettati da stupida superficialità momentanea o genetica.
Ciò che salta all’occhio, però, di tutta questa faccenda di atti di razzismo che hanno colpito esseri umani in tutta Italia e la cui causa principale è l’avversione, o l’odio, verso il diverso – nero, giallo, verde, rosso o rainbow che sia – e che sono avvenuti dalla Sicilia al Piemonte e dalla Sardegna all’Emilia Romagna, è l’assoluta gratuità
- degli atti
- dell’odio
- delle modalità
- delle motivazioni
- delle giustificazioni
- delle reazioni politiche
il tutto intriso di una demente puerilità che non può che far temere seriamente per la tenuta di questo Paese che pare, ma è certo solo un’impressione del momento, popolato soltanto da teste vuote incapaci di compiere azioni sensate – n’importe l’âge – e da ventenni, o giù di lì, che hanno i comportamenti che avevano i dodicenni quando io avevo vent’anni io (ne ho appena compiuti quaranta, non è passato neanche troppo tempo).
A vent’anni noi trombavamo come animali, questi vanno in giro a tirare uova alla gente. Cosa ci siamo persi noi? E cosa si perdono loro? Vorrei davvero essere più greve, ma anche per me deve esserci un limite. Quindi soprassiedo.
C’è anche una pessima notizia, che però non è nemmeno più una notizia, ed è l’utilizzo dei social come una clava contro il nemico di turno. L’atleta azzurra di cui sopra, Daisy Osakue, è stata bersagliata da insulti insopportabili dove i dementi di turno – e qualcosa andrà fatto per arginare questo terrorismo psicologico seriale – paragonavano la sua aggressione alla morte di Pamela dicendo in buone sostanza che essendo il presunto assassino un nero africano lei, nera italiana di origini africane, meritava cioò che le era successo. Perché l’importante è sapere contare.
L’orribile omicidio di Pamela, fu il fatto che diede la stura alle gesta dell’ex candidato della Lega che fece il tiro al nero per le strade di Macerata con tanto di saluto fascista prima di consegnarsi alla Polizia. Fu quell’episodio, e l’abile cavalcata di Salvini delle onde dello sdegno popolinista, a portare ai risultati elettorali di cui gli Italiani godono oggi (e di cui vedranno i disastri presto). Per inciso degli africani fatto oggetto del tiro al piccione dal buon Luca nessuno ha parlato più.
Dunque tranquillizzatevi lettrici e lettori, questo non è un paese di razzisti. E’ un paese di idioti. Che le due cose vadano a braccetto è del tutto irrilevante, soprattutto per la stampa, i media controllati dai poteri forti e per i politici e governanti che scegliendo in maggioranza di non andare a votare abbiamo permesso fossero eletti.
Non c’è nulla di cui preoccuparsi. E’ la naturale evoluzione di un paese che si è infilato un dito cosparso di peperoncino dove non batte il sole. Da solo. Senza che nemmeno glielo chiedessero.
Anche questo è un risultato.
(3 agosto 2018)
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