di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
Anche quest’anno, siamo giunti agli auguri di buone vacanze per i lettori di Gaiaitalia.com Notizie. Ne approfittiamo per parlare un po’ di ferie e di relax. Anche se, negli ultimi anni, un’estate serena non sembra bastare per ‘ricaricare’ le ‘batterie’ di molti di noi. Il Paese è inquieto e nervoso. E molte situazioni non sembrano facilitare la nostra vita quotidiana: c’è il rischio che si ritorni a settembre ancor più stressati di quando si era partiti. Ciò è causato – ci dispiace tornare sul punto – dalla mentalità individualista di molti italiani, i quali vivono unicamente ‘rimirando’ il proprio ombelico. Un egocentrismo stucchevole, tendente a omologare ogni genere e tipo di comportamento. Per esempio, disconoscere le distinte esigenze di chi ha un’attività di lavoro autonomo, che sono ben differenti rispetto a quelle di chi vive di stipendio. La tirannìa degli statali è una delle cose che sta cominciando a diventare un fattore socialmente discutibile. E’ chiaro, infatti, che chi vive di salario o di pensione non senta, più di tanto, il bisogno di rispettare scadenze particolari. Invece, chi vive di lavoro autonomo ha la necessità di tenerle sempre a mente, per non farsi trovare scoperto. Ebbene, pur sottoponendo questo tipo di preoccupazioni a chi ti ha commissionato un lavoro, al fine di sollecitarne il pagamento – regolarmente fatturato, sia chiaro – spesso ci si ritrova nelle condizioni di dover ovviare a certe ‘orecchie da mercante’ con ulteriori lavori, in grado di garantire un flusso di entrate costante. Per lavoratori autonomi o professionisti come gli avvocati, i giornalisti, i dentisti o gli stessi commercialisti, oggi non basta avere un piano ‘B’, per riuscire a sopperire ai mancati pagamenti, bensì deve prevedere anche un piano ‘C’ e, possibilmente, un piano ‘D’. Fortunatamente, i nostri gruppi editoriali fatturano anche per aziende straniere (tedesche e spagnole), le quali sono solite regolare i propri conti nel giro di 24 ore dopo la firma del nuovo contratto di ‘rifinanziamento’ pubblicitario. Quindi, la questione della scarsa precisione nel regolare le proprie spese è tutta italiana. Ma non solo: quel che più risulta antipatico da affrontare qui da noi, è l’inquietante tranquillità, assai vicina al menefreghismo, di chi occupa posizioni anche di rilievo all’interno di enti e istituzioni statali. Gente che ti guarda stupita se chiedi loro di pagare quanto da loro dovuto in tempi non eccessivamente lunghi, per via di scadenze che anche chi possiede un’azienda sana deve ottemperare. Al contrario, più un’azienda è senza debiti, più la preoccupazione diviene quella di mantenere quella virtuosa reputazione guadagnatasi sul campo. Un concetto che un dirigente statale proprio non riesce a inquadrare, sentendosi protetto da un regolare stipendio. Un salario che un professionista può arrivare a guadagnare per ben tre volte, sia chiaro, nell’arco di un mese. Tuttavia, quel che proprio non si riesce a far comprendere è che, per un’impresa qualsiasi, non esiste solamente il portafoglio ‘privato’ o il conto corrente personale, bensì anche quello aziendale. E di certo, il professionista o il piccolo imprenditore non può ritagliarsi degli onorari come gli pare e piace, dato che, dal conto aziendale, escono in continuazione altri costi, come il rinnovo dei domini dei siti web, per esempio, oppure una stampante da cambiare, oppure ancora un nuovo investimento da affrontare. Per il professionista e il piccolo imprenditore, ogni giorno che nostro Signore manda sulla Terra significa affrontare una serie di pagamenti, piccoli o grandi che siano: non ci sono solamente entrate e bonifici in arrivo. Inoltre, la tempistica di attesa richiesta da molti clienti pone l’imprenditore o il professionista nelle condizioni di dover attingere alle risorse aggiuntive, i cosiddetti ‘accantonamenti’, proprio per dar modo ai clienti medesimi di effettuare i versamenti dovuti in piena comodità. Insomma, quando arriva un sollecito di pagamento significa che già le tempistiche di attesa sono esaurite: non si può pretendere di ottenere ulteriori dilazioni. Anche perché, se non si è in grado di regolare i propri costi, è sciocco chiedere un prodotto ‘chiavi in mano’: se una spesa non la si può affrontare, non si fa.
E invece, cosa succede?
Succede che l’azienda che chiede il pagamento facendo pressione sul cliente, spesso ottiene per risposta una campagna di discredito basata su una serie di chiacchiere e menzogne relative alla propria solidità finanziaria, quando invece la verità è ben altra: dovrebbe essere il cliente a ritrovarsi ‘smerdato’ o quantomeno accusato di ‘taccagnerìa’. E quando si mette in circolazione qualche ‘voce’ contraria, la risposta classica che si ottiene più spesso è la seguente: “Tizio ti ha dato la sòla? Che strano: io so che sta al ministero e che i suoi soldi li prende tutti i mesi…”. Sì, è vero: lo statale, i soldi se li prende e se li tiene. Magari, per farseli ‘ciucciare’ dalla moglie, che deve andare a fare il corso di ‘zumba’, ma a noi che gli abbiamo rifatto il sito e che gli abbiamo fatto fare una gran bella figura, non ce li dà.
Insomma, quel che chiediamo quest’anno agli italiani pronti a ‘sciamare’ verso le loro vacanze, è di riflettere sulla diffusione di una ‘tendenza subculturale’ che potremmo definire: la filosofia dei ‘buffaroli’. Proprio coloro che hanno dei sospesi da regolare, oppure hanno qualcosa da nascondere, finiscono col giustificarsi accusando gli altri. Critiche che, spesso e volentieri, vengono ‘scagliate’ contro chi avrebbe ottime ragioni per ritorcere le stesse identiche accuse nei riguardi di coloro che, apparentemente, sembra denunciarle. Pertanto, invece di perdersi in un continuo ‘giuoco degli specchi’, carissimi italiani, perché quest’estate non ci fate il sacrosanto piacere di stare un po’ in silenzio? Guardate che tacere spesso aiuta: sollecita la meditazione, favorisce il lavoro e l’operosità, dà modo di percepire il rumore della ‘monetina’ che cade dentro ai vostri ‘pozzi mentali’, spesso vuoti e senza fondo. E’ proprio una gran bella cosa passare alcune ore in silenzio. E non si creda che si stia cercando di mettervi il ‘bavaglio’. Adesso, il vostro bell’esecutivo di ‘cazzàri’ populisti ce lo avete: che ne dite, dunque, di riposarvi qualche giorno, smettendola di fare casino? Soprattutto sui social, ovviamente. Vi sentirete meno stressati e aiuterete anche il prossimo a rilassarsi almeno un poco.
Buone vacanze, ‘buffaroli’. E ricordatevi che non c’è nulla di male nell’avere dei debiti: l’importante è sapere che sarebbe una buona cosa pagarli, prima o poi.
(26 luglio 2018)
©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata