di Daniele Santi #società twitter@gaiaitaliacomlo #sociale
Le ultime ore di social, e certe prima pagine di quotidiani, straripano di commenti su un capitano d’industria molto famoso che combatte la battaglia campale della propria vita. Sulle condizioni, vere o presunte, si sono scatenate le solite sequele di commenti di disgustosi imbecilli che non avendo cervello sufficiente per domandarsi come vivere, ancora meno hanno i mezzi per chiedersi come e quando avverrà la loro morte. Perché quella battaglia campale, prima o poi, la combatteremo tutti.
Ora vorrei rivolgere una domanda a tutti questi cialtroni che per avere accesso ad una tastiera pensano anche di essere diventati umani: quanti di noi, di voi che mi leggete; di voi e loro che scrivete, saranno ancora qui tra settant’anni? E avete pensato mai quanto contano settant’anni in un universo che conta la propria età in miliardi di anni? Pensate davvero di avere tempo da sprecare sputando veleno su un malato terminale che lotta per la vita? Del resto cosa ci si può aspettare da un popolo che disprezza così tanto i vivi ed ha così poco rispetto per la vita (ché la vita e la morte sono la stessa cosa, rifletteteci) da essersi inventata la barbara abitudine dell’applauso alla bara?
(23 luglio 2018)
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