di Giancarlo Grassi #Migranti twitter@gaiaitaliacom #Propaganda
Gli Italiani gongolano di fronte all’uomo forte agli Interni, al tribuno con la camicia verde che grida contro tutte le ingiustizie o contro quelle che racconta essere tutte le ingiustizie perpetrate, nella sua narrazione xenofoba e razzista, da due gruppi di persone: i migranti e i Rom. Che sono parte della pancia immaginaria degli Italiani, quella razza imbecille che con una mano ruba i contributi ai terremotati veri presentando dichiarazioni false e con l’altra vota il partito forte che finge di lottare contro il male che è però non il male vero, è il male che ha scelto lui. Quello che gli frutta voti.
Dall’agenda del tribuno in camicia verde, uomo forte del Governo, così forte che si romperà da solo – e a non tutti riesce una simile impresa, sono scomparse la lotta alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla camorra, e sono entrati invece temi di fondamentale importanza come la scorta a Roberto Saviano. Non è un problema di simpatie personali o ideologiche, Roberto Saviano non è un uomo simpatico, ma non è sulla base delle critiche che gli rivolgono i suoi avversari politici che il tribuno in camicia verde deve decidere se togliere la scorta o no, ma sulla base del rischio che la persona sotto protezione soffre. Saviano è sotto scorta perché la Camorra lo vuole ammazzare. Salvini dovrebbe sapere cos’è la camorra, per saperlo basta anche il suo 48 alla maturità.
L’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti del mondo, ma Matteo Salvini, ministro degli Interni, invece di contrastare le mafie, minaccia di ridurre al silenzio chi le racconta. #MinistrodellaMalavita pic.twitter.com/LRaHobx8c6
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 21 giugno 2018
Dunque l’Italia ha finalmente un ministro dell’Interno che in perfetta linea con il popolo la cui sicurezza [sic] dovrà garantire, ha individuato i nemici che piacciono a chi lo vota (e i sondaggi gli danno ragione). In nome della lotta ai nemici numero uno della sicurezza degli Italiani via alla guerra a migranti e Rom. Il fatto che in Italia esista la mafia più pericolosa del mondo, con ramificazioni in tutto il globo, agli Italiani non interessa. E quindi Salvini non ne parla.
Così funziona il populismo. Così funzionava la Lega e così funziona Salvini. Che vola nei sondaggi (29,2% o 31,2% delle intenzioni di voto, dipende dagli istituti).
Così si rivaluta la scorta a Saviano perché lo scrittore ha avuto l’ardire di criticare il tribuno in camicia verde il cui incarico pro tempore (qualcuno glielo ricordi) di ministro dell’Interno lo fa sentire onnipotente e quindi, come ogni dio in cui credono fanaticamente gli uomini, vendicativo. Così si lotta contro i Rom perchè “le loro famiglie li educano a rubare” – che non è vero, ma non c’è da stupirsi: le famiglie mafiose insegnano ai loro componenti non solo a rubare, ma ad ammazzare, taglieggiare, ricattare, trafficare, invadere le nazioni con la droga, chiedere il pizzo, bruciare i negozi e via raccontando. Ma nel racconto di Salvini tutto questo non c’è. E non c’è perché questo racconto non esiste nemmeno nella pancia degli Italiani che queste cose non le vogliono sentire.
Gli Italiani sono forti coi deboli e deboli coi forti (atteggiamento profondamente fascista) quindi sia gloria al ministro che se la prende con i finti nemici che piacciono a chi lo vota e non si occupa dei veri problemi di sicurezza del paese.
(21 giugno 2018)
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