di E.T. #Teatro twitter@iiiiiTiiiii #Vistipervoi
Succede che esistono anche onlus che fanno uno straordinario lavoro di integrazione sul territorio. Siamo andati a Parma, presso Europa Teatri, dove alle 16 del 16 giugno si presentava la prima delle quattro repliche previste dello spettacolo “Cucina”, il cui sottotitolo è progetto sociale d’integrazione. va subito detto, scritto, che lo spettacolo è felicissimo: una regia perfetta soprattutto nel complicato, da dirigere, lavoro di gruppo (sono 20 gli attori in scena) e un bel lavoro sul testo originale (liberamente ispirato a prende spunto da “La cucina”, scritto nel 1957 da Arnold Wesker, per una rielaborazione collettiva) mutuato dai sentimenti dei ragazzi in scena che offrono emozioni e verità. Che a volte sono assai meglio del mestiere fine a sé stesso.
Certo da professionisti del teatro potremmo trovare un sacco di difetti – soprattutto perché non l’abbiamo realizzato noi quel lavoro, ed il noi non è soltanto majestatis riferendosi ad un’intera categoria – ed elencarli anche, ma non servirebbe a nulla e peccheremmo di presunzione e malanimo perché il valore sociale del lavoro messo in scena da Gigi Tapella con la collaborazione di Sylviane Onken sta proprio tutto quanto, senza dimenticare una virgola, in scena. Lì di fronte a noi che lo osservavamo.
Un bel lavoro. Sincero. Utile. Senza nessuna delle spocchie buoniste travestite da buoni sentimenti alle quali troppo ci hanno abituato quei professionisti del contributo pubblico che non basta mai e a causa del quale il teatro chiude.
I giovani attori vanno citati tutti: Alem Tesfay Hagos, Claudio Lusuarid, Diallo Yunus. Federica Misticò, Francesca gentilini. Gianni Cigarini, Gioia Caleffi, Giulia Peracchi, Gospel Nnadi (assai talentuoso), Iberahim Guaniou (molto bravo anch’egli), Ibrahim Mountaka, Lorenzo frola, Magna Kanouté, Mamadou Diallo Thierno, Mane Youssouph, Nestor Kourouma Kaba (efficacissimo), Nurudeen Oshinyemi, Oumar Diagouraga, Paola vaccari, Pierre Panival Bangoura (una presenza scenica fortissima).
Mi sono tanto divertito a vedere lo spettacolo. Tanto che il 17 giugno tornerò a vedere la replica serale. E non c’è nessuna piaggeria nel dire che, in tempi nei quali un potere malato cerca di interrompere – troppo spesso riuscendoci – la comunicazione tra gli esseri umani, la Cultura è l’unica arma che ci rimane per lottare contro il medioevo intellettuale. Anche per questo operazioni come quello di Svoltiamo Onlus ed Europa Teatri sono operazioni da far conoscere e sostenere.
(16 giugno 2018)
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