di Giovanna Di Rosa #Zagrebelsky twitter@gaiaitaliacom #politica
E’ proprio il professor Gustavo Zagrebelsky quello che oggi su Repubblica attacca senza mezze misure il contratto di governo Lega-M5S, che definisce “doppio” perché i due contraenti hanno interessi divergenti da cui discende la mancanza di qualsiasi sintesi politica: è un’intuizione che lascia esterrefatti se pensiamo che proviene da quel Gustavo Zagrebelsky che è un po’ per il M5S quello che è stato Miglio per la Lega di Bossi.
Zagrebelsky non si fa mancare nulla e commenta che il contratto tra Lega e M5S, “Sembra un compito di terza media”, del resto per essere compreso da bande furiose d’incolti una certa semplicità doveva pur promuoverla, e continua poi criticando il fatto che il “governo si configura come una propaggine del contratto, anche visivamente rappresentata dalla presenza dei due firmatari seduti l’uno a sinistra e l’altro a destra del presidente del Consiglio. Il quale, a sua volta, per impossibilità logica prima che politica, non è figura autonoma che possa fare ombra ad alcuno dei due contraenti. È lì per esporre, eseguire o al massimo mediare, mentre la Costituzione gli attribuisce un ben diverso compito di direzione della politica generale e di garanzia dell’unità dell’indirizzo politico e amministrativo del governo (…) il presidente della Repubblica è stato sottoposto a una pressione mai vista, culminata nella minaccia d’incriminazione per “alto tradimento e attentato alla Costituzione” avendo sollevato obiezioni circa la composizione della compagine ministeriale dal punto di vista della tutela dell’interesse nazionale: evitare il rischio di qualcosa come il “fallimento” dello Stato. La minaccia era velleitaria secondo il diritto costituzionale vigente ed è caduta. Non però per scrupoli giuridici ma per sopravvenute diverse strategie politiche che l’hanno fatta apparire controproducente rispetto alla tenuta del contratto di governo”.
Basiti da tanta lucidità postuma, aspettiamo il seguito. Che non sarà difficile immaginare. Saremo stupidi da un’improvvisa conversione pro-Renzi di Marco Travaglio?
(11 giugno 2018)
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