di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacom #unioneuropea
Matteo Salvini deve avere la consapevolezza, suggerita da chissà quale conoscenza infusa o da chissà quale istinto da animale politico quale è, che il governo gialloverde durerà poco perchè continua la sua campagna elettorale come se al governo non ci fosse già: forse aspetta che i sondaggi diano il centrodestra stabilmente oltre il 40% per far saltare in aria il governicchio del quale fa parte?
L’ultima, dopo l’orribile commento sui tunisini “delinquenti” – che detto dal segretario di un partito che vanta condannati, scandali finanziari e un contenzioso con lo stato da 49 milioni di euro mi fa vergognare di essere italiano – che hanno scatenato le ire del governo di Tunisi (è strano che un ministro dell’Interno non sia informato, e poteva chiedere lumi al suo eccellente predecessore), è la rivoluzione che Matteo Salvini provocherà in Europa con l’aiuto di Orbàn. Perché bisogna pur far dimenticare in fretta le accuse di George Soros alla Lega. Ma Salvini non spiega come farà ad allearsi in Europa con Orbàn.
Non lo spiega perché non può.
Intanto la Lega viaggia forte nei sondaggi, ma solo in Italia perché le elezioni europee non ci sono ancora state. Poi Salvini e Orbàn a Bruxelles non fanno nemmeno parte dello stesso gruppo parlamentare. Tutte cose che Salvini non può sapere perché a Bruxelles, nonostante i 15mila euro al mese, ed ha il coraggio di parlare degli avversari come Casta e come politici di professione assumendo un’aria schifata, c’è andato ben poco.
Quindi la sua alleanza con Orbàn, per quanto ideologica, non può essere messa in pratica. A meno che non usino i carri armati e francamente non mi stupirei più di nulla. Dunque non resta che stare a vedere e prepararsi ad un ministro dell’Interno perennemente in campagna elettorale, che non si preoccupa nemmeno di capire la differenza tra Libia e Tunisia, che non sa cosa succedeva a Kélibya prima che Tunisia ed Italia arrivassero ad accordi multilaterali che funzionano e che fa battute che potrebbe risparmiarsi sui morti degli altri.
Salvini è ministro dell’Interno. Nemmeno se fosse ministro degli Esteri, secondo la diplomazia internazionale, potrebbe permettersi le battute da Sagra dell’Oca che si permette di fare su paesi stranieri, ma lui va dirittio per la sua strada. Perché Salvini in questo momento non si sente uno qualsiasi, lui è un dio, un predestinato, un Re Sole, un Napoleone, uno che può tutto e il contrario di tutto. E’ uno, insomma, destinato a schiantarsi in breve tempo. Ne abbiamo appena visto un altro, di tutt’altro genere, ma ugualmente imprudente.
(5 giugno 2018)
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