di Lorenza Morello #lorenzamorellocè twitter@gaiaitaliacom #radiomorello
Non sono solita fare dichiarazioni anzitempo, ma le parole di un neo ministro mi hanno fatto percepire un campanello d’allarme, e quindi mi permetto di condividere questo pensiero con voi.
Per essere certi che quelli generati dalle donne fossero sicuramente figli loro, per millenni gli uomini hanno fatto cose incredibili: hanno considerato un crimine o un peccato l’adulterio, hanno inventato le cinture di castità, ma alla fine non sono riusciti a carpire neppure uno dei segreti femminili. Anche il malanimo delle religioni (tutte) verso la donna non è stato altro che un tentativo di sottomettere un avversario col quale non potevano competere.
E così, attraverso molte lotte ed una lunga resistenza, siamo arrivate ad ottenere i nostri traguardi. Piccole parvenze di parità, ma non ci arrendiamo. Anche se siamo ancora lontane dall’uguaglianza, dobbiamo continuare a puntare a questo. Per questo, nessuna retrocessione può essere accettata. Dopo avere rimosso il velo della segretezza, della vergogna, le persone hanno il potere di cambiare idea. Di essere più compassionevoli, attraverso quella nuova e dolorosa consapevolezza che la vita è complessa e disordinata, abitualmente vissuta nelle aree grigie in cui cerchiamo di fare del nostro meglio. Niente di personale come l’aborto è mai una decisione in bianco e nero.
Questo è un momento estremamente significativo per tutte noi. Significa molte cose diverse. Prima di tutto, che le donne che in questi anni ne hanno avuto la necessità, hanno ricevuto l’assistenza sanitaria di cui hanno avuto bisogno. Ma, in modo ancora più profondo, questo risultato è l’espressione del fatto che “Women’s Lives Matter” (La vita delle donne ha valore). Chi non avesse coscienza di cosa significa tutto ciò, provi a documentarsi sulle storie delle donne e degli aborti clandestini prima della legge 194.
Solo al termine di un percorso durato più di un decennio, passato attraverso un confronto dialettico serrato e ad una negoziazione tenace, frutto di una complicata elaborazione femminista, che transiterà con tumulto per le aule parlamentari e metterà a confronto e scardinerà per poi ricomporre di volta in volta tutte le posizioni, tutte le voci che partecipano al dibattito, solo al termine di tutto questo percorso si arriva all’approvazione della legge 194 nel 1978. Controversa, immediatamente avversata da parte importante dello stesso movimento delle donne, che proprio su questa legge compie la sua più grave frattura, ma attraverso la quale le donne possono dirsi finalmente “persone”.
Per questo, non è nemmeno lontanamente concepibile toccare la legge 194. Nemmeno / lontanamente/ concepibile.
(1 giugno 2018)
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