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I Pasdaran del Pentaleghismo vanno alla guerra

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di Giovanna Di Rosa #pentaleghismo twitter@gaiaitaliacom #politica

 

 

Non erano nemmeno passati trenta secondi dall’incarico dato dal presidente Mattarella a Giuseppe Conte che già si erano scatenati sui social i Pasdaran del Pentaleghismo, istruiti a dovere e lanciati, slogan in resta, alla conquista degli spazi web per accreditare Giuseppe Conte come un “uomo del popolo” ed accreditarsi presso Giuseppe Conte come i sostenitori, quelli veri, gli unici, i pasdaran del pentaleghismo, in un’espressione: i servi.

I Pasdaran del Pentaleghismo sono mutuati direttamente dai fan etilodiretti di Putin che, non importa cosa lo Zar faccia, va bene così. Lo Zar non si discute e le sue mancanze eventuali (questioni legate ad Equitalia per valori di una bazzeccola come 50mila euro, curriculum gonfiati e quindi non veritieri) sono debolezze del Prescelto eletto a Divinità: i critici sono insultati, tacciati di essere produttori di #fakenews, quando non minacciati direttamente (dei post di Di Battista padre rivolti a Mattarella parleremo in altro articolo). Ciò che viene contestato agli avversari è giustificato agli amici e sodali: il pentaleghismo è la quintessenza dell’italianità più becera.

Eccolo il pentaleghismo produttore di Pasdaran: elemento oscuro della politica sulla cui natura nulla sappiamo, gestito dall’alto senza che si sappia esattamente da chi, formato da incompetenti incolti ed incapaci le cui idee politiche non sono note perché educati ad essere maestri di trasformismo sentendosi grandi statisti, disposti ad avvallare – perché non hanno scelta – un presidente del Consiglio incaricato che non ha voce in capitolo nemmeno quando deve, dovrebbe, potrebbe, giustificare le incongruenze nel suo curriculum. Un premier incaricato pentaleghistadiretto senza voce in capitolo su nulla, che faccia senza discutere ciò che gli verrà ordinato di fare. E ai critici ci pensano i Pasdaran attraverso la delegittimazione e gli insulti via social. Tanto non hanno altro da fare ed il reddito di cittadinanza è un po’ la ricompensa al loro attivismo.

Da ieri quindi l’Italia ha un governo filo-Putin pur rimanendo un membro dell’alleanza atlantica (è detta anche NATO, lo diciamo agli amici grillini): aspettiamo attacchi ai diritti individuali, ai diritti civili, alle coppie dello stesso sesso e la solita retorica che non porterà a nulla sull’immigrazione. E una valanga di insulti sui social a chi dissente. E’ il pentaleghismo, baby…

 

 




 

 

(24 maggio 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

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