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Matteo Salvini degli Ultimatum vuole il premier telecomandato dal curriculum cangiante o “salta tutto”

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di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacomlo #governo

 

 

 

Mentre il nome del premier (che doveva essere) incaricato, e lo era già nella testa dei pentaleghisti, è su tutti i giornali per via della storiella da avanspettacolo del curriculum che dice cose che i luoghi citati smentiscono, il premier telecomandato già prima della nomina, e dovete convenire che non è da tutti, non smentisce nemmeno in prima persona ciò che eventualmente dovrebbe essere smentito. Per lui ci pensano il M5S da un lato e la Lega dall’altro.

E l’atteggiamento dei tre protagonisti di questa triste storia la dice lunga sull’autonomia della quale godrebbe l’uomo che ha studiato in ogni dove anzi no una volta che il presidente Mattarella gli abbia offerto l’incarico.

Pare che il presidente della Repubblica non sia molto d’accordo sulla questione Conte. Sono diversi i quotidiani danno in risalita le azioni del leaderino pentastellato, ops, pentaleghista che manda su tutte le furie Matteo Salvini il quale, abituato a gridare le sue verità come se contassero qualcosa, deve uscire dalla sindrome da ruota di scorta che l’onnipresente ed abile comunicazione del gioco pentastellato gli ha fatto entrare in testa. E’ perentorio Salvini: “O Conte o salta tutto”.

Quante volte il segretario della Lega ha detto la stessa cosa negli ultimi 80 giorni non va nemmeno ricordato, se lo ricordano tutti. Così come tutti si ricordano come Salvini ed il suo compagnuccio di giochiamo al governo, abbiano gridato centinaia di volte all’attentato alla Costituzione perché i presidenti del Consiglio non erano “eletti dal popolo” salvo poi sceglierne uno “non eletto dal popolo”. Non per incoerenza, semplicemente perché la Costituzione italiana prevede che il premier sia scelto dal Presidente della Repubblica e non dal popolo che vota i partiti (e guardate come li avete ridotti). Si guardano bene dal dirlo, i pentaleghisti, perché significherebbe che la Costituzione così com’è non gli va bene, ma dopo avere gridato per mesi che la Costituzione non si toccava per far saltare in aria il referendum che avrebbe fatto avere un governo all’Italia dal giorno successivo alle elezioni, non possono farlo.

Sono dei guitti svergognati. Altro che rivoluzionari dalla parte del popolo. Basta vedere cosa succede a Roma.

Dunque Salvini vuol far saltare il tutto perché non gli conviene più e capisce che il suo elettorato (qualcuno ha visto i risultati ufficiali delle consultazioni ai gazebo leghisti? noi no) non digerirebbe un premier tecnico telecomandato chiamato a realizzare un programma che la Lega ha dovuto adattare al suo socio di maggioranza. Ha una certa sfiga Salvini: ha sempre soci di maggioranza sulla sua strada che contano più di lui. Fino ad ora gli è servito a poco gridare. Magari le cose cambieranno.

Nel frattempo faccia ripartire l’Italia, se è in grado di farlo, e non venda bufale come il ritorno al voto subito: anche il ritorno al voto lo decide il presidente della Repubblica. Lo dice quella Costituzione che non va mai bene a parte quando bisogna usarla per far saltare in aria gli avversari.

 

 


 

 

(23 maggio 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

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