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Luigi Di Maio: “Faccio un passo indietro”… E poi faccio la giravolta e la faccio un’altra volta

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di Giovanna Di Rosa #politica twitter@gaiaitaliacom #governo

 

 

Luigi Di Maio è cotto. E’ cotto anche per circa il 35% dei suoi elettori. “Cotto” vuol dire che è la grande delusione dell’elettorato italiano che dall’ex webmaster e steward del San Paolo si aspettava grandi cose, perché se c’è una cosa nella quale gli italiani brillano è l’intuito. Soprattutto in politica.

Luigi Di Maio è corso ai ripari con la stessa sobrietà con la quale un’oca starnazza, subito dopo l’ultimatum di Sergio Mattarella che minacciava un governo del Presidente, che tutt’ora appare l’unica via praticabile, ed ha detto a Salvini “Se insisti te la dò”. Naturalmente parlava della poltrona di presidente del Consiglio.

Poi grandi incontri nel centrodestra dove votano Matteo Salvini ma comanda Berlusconi, perché nella destra italiana comanda sempre chi ha più soldi, e nuovo ultimatum di Salvini al M5S che può tradursi in poche parole: “Abbiamo il vento in poppa, alle prossime elezioni potremmo superare il 40% ed avere la maggioranza assoluta, chi cazz’ m’o ‘ffà fà…”, e Di Maio ora dovrà fare un’altra giravolta, rifarla un’altra volta e rendersi conto che non ha spaccato il PD e non riesce nemmeno a spaccare il centrodestra. Berlusconi è uno che te lo tieni finché muore. Se non muori prima tu.

Dunque nessuna novità. Gentiloni non è disposto ad andare avanti ancora per molto. Il PD non è proprio che goda di ottima salute, il centrodestra viaggia perché la Lega in questo momento ha il vento in poppa finché dura, ma anche il M5S continua a crescere. Chi cala sono PD e Forza Italia. L’Italia ha bisogno di un governo e le dichiarazioni di Luigi Di Maio che sembra faccia il contrario ma al governo non ci vuole andare, contribuiscono a sparigliare carte che sono già sparigliate di loro perché a sparigliarle c’hanno pensato gli Italiani pensando di avere a che fare con forze che il cambiamento lo volevano sul serio e non solo a parole.

Ma M5S e Lega sono fatti della stessa pasta: un populismo fascistoide irresponsabile che vince attraverso slogan e promesse irrealizzabili, ma che al momento di mettere in pratica ciò che ha millantato è costretto a fare marcia indietro per non alienarsi il patrimonio di elettori che più che col cervello ragionano con la pancia. Questi sono i risultati di una popolazione che vota a cazzo. Ne soffre tutta Europa di questa storia. Andatevi a leggervi la storia europea degli anni ’20 del secolo scorso, magari – anche se c’è poco da stare allegri – vi servirà di più che ascoltarvi uno slogan di Di Maio o di Matteo Salvini. Certo, ad ascoltare slogan ci si stanca meno. E per fare un governo non basta certo un editoriale di Marco Travaglio.

 





 

(7 maggio 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

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