di Alexandru Rotaru #politica twitter@gaiaitaliacom #responsabilità
In questo momento politico si parla molto di senso di responsabilità; tutti i partiti richiamano gli altri a questa unanime e responsabile presa di coscienza, per il bene del paese. Richiamare gli altri è però molto facile, più difficile sembra invece trovare questa grande maturità all’interno del proprio partito. Sapendo che in Italia, una buona parte di coloro che votano lo fanno per tifo, più che per senso di rappresentanza, condivisione di idee, valori, progetti, chi tra i nostri politici avrà il coraggio di fare il bene di tutto un popolo e non solo quello che lo ha votato?
I primi a gridare (ridendo sotto i baffi) all’irresponsabilità altrui sono gli sconfitti alle elezioni, ma pur sempre il secondo partito, e cioè il PD e la sinistra, tra le cui fila si grida all’opposizione “perché il popolo ha votato così e chi ha vinto faccia il governo, che noi ci facciamo la cura dell’opposizione” (che essendo servita alla destra magari serve anche a loro). Banalizzo se dico che il ripeterlo sembra sottintendere che il popolo del PD ha voluto che il PD facesse opposizione e non li ha certo votati per fare il bene del paese ma il bene del PD? Sì, banalizzo. Ma mi assumo il rischio.
Così i renziani a prescindere rifiutano un governo col M5S, nemmeno stanno a sentire, un po’ come Grillo rifiutò, testardo come un ariete, ogni sorta di governo con Renzi alle scorse elezioni, uguali uguali, con la stessa maturità e lo stesso senso di responsabilità verso il paese. Perché voler fare il bene della nazione vorrebbe dire inghiottire gli insulti, umilmente abbassando la testa, sacrificandosi e mettendo a disposizione l’unico programma politico ad ora esistente tra le varie forze politiche, tanto al movimento si sono dimostrati di manica larga su quel che è il loro, che si faccia pure un copia incolla, purché sia firmato Di Maio. Certo allora vorrebbe dire che se il programma del Pd è giusto, i meriti andrebbero al M5S e se non lo fosse le colpe andrebbero al Pd, col rischio che il partito si indebolisca ancor di più, e chi se ne frega se mettendo umilmente a disposizione questo programma possa effettivamente giovare ad un paese in difficoltà, l’importante è l’onore e il rispetto della famiglia (politica)… Cioè del partito.
A destra invece la risata non è sotto i baffi, ma eloquente; Salvini fa foto con gattini, pizze e farfalle e lascia quasi sempre la scena ad un vecchietto in cerca di attenzioni, tanto i giochi sono fatti, anche quest’anno ci siam presi la poltrona e di poltrone siamo riusciti a prenderne anche più dell’ultima volta. E’ festa grande, comunque vada, “i migranti cosa?”… Berlusconi, dal canto suo è diventato esattamente come il film di Sorrentino, cioè una parodia del suo stesso stile; il suo senso di responsabilità è rappresentato dalle solite battutine, scenette e promesse ai tifosi del Milan. Così che speriamo in questo suo lento sgretolarsi nel ripetere parti stropicciate di un vecchio repertorio che ha sì influenzato il famoso regista, ma non diventerà mai nuovamente virale.
Poi ci sono i vincitori senza coppa e senza corpo, con una sola testa di fronte e due dietro la nuca: Di Maio premier, è quello che auspicano Grillo e Casaleggio, chissenefrega del programma, degli adepti che votano su Rousseau, siamo disposti a mischiare e rimischiare le carte in tavola, pur di tenere il banco. È tutta una questione di appoggio, il problema è darlo o prenderlo, perché si possono appoggiare tutti i programmi e tutte le filosofie di tutti, ma che sia il nostro appoggio, tramite il nostro premier, alle vostre idee e non il contrario (che sul nostro contratto non c’è mica scritto fate il bene del paese è proprio un contratto con un’azienda).
Così che alla fine che importa se il paese soffre, siamo in piena primavera, e con l’estate al sud, dove c’è poco lavoro, grazie alla stagione turistica si potranno far lavorare occasionalmente e in nero coloro che non lavorano d’inverno, mentre al nord chi lavora sarà in periodo di ferie e potrà andare al sud a rilassarsi, senza pensare a questa benedetta politica, che con tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni, è giusto che si prenda una pausa, almeno fino a marzo del prossimo anno (se si deciderà di andare di nuovo al voto), perché c’è sempre un tempo un po’ per tutti, dove bisogna stare un po’ senza pensieri, altro che responsabilità. Lo so che è un po’ qualunquista, ma è quel che penso.
(2 maggio 2018)
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