di Giovanna Di Rosa #Lega twitter@gaiaitaliacom #politica
Matteo Salvini bando agli indugi ha eciso: “Ci penso io a fare il governo”, peccato che nell’enfasi giovanile un po’ da balilla post-litteram invecchiato e con pancetta, il buon Salvini si sia dimenticato che a decidere chi farà il governo non sarà lui, perché chi decide, grazie alla Costituzione Italiana che a Salvini ha sempre fatto schifo, ma quando si poteva cambiarla anche lui ha detto “no”, decide il presidente della Repubblica.
Sale così inutile ed inascoltato il grido salviniano del “sono dio e ci penso io”, anche perché il dio della coalizione di centrodestra non è lui, pover’uomo non lo considerano nemmeno essendo il leader del terzo partito d’Italia, ma è Berlusconi. Ci si è messo addirittura Beppe Grillo, in un ruolo assai poco credibilmente istituzionale, a ricordarglielo: “Non è Salvini a decidere chi sarà incaricato di fare un governo”, o qualcosa di simile.
Così si torna alla vecchia storia, tutti vogliono l’incarico di formare un governo, soprattutto quelli che al governo non ci vogliono andare perché in campagna elettorale hanno raccontato solo balle. E più gridano meno vogliono formarlo, quel governo che gridano di voler formare. Nel frattempo la televisione di regime, quella Rai che o ascolti le storielle dei suoi notiziari o delle sue reti all news o ti sorbisci Carlo Conti, ed è assai meglio la prima ipotesi, fa della ironia stupida sulla Leopolda di Matteo Renzi, quasi che l’organizzazione della manifestazione fosse a carico delle maestranze Rai e si appropria del linguaggio di Travaglio definendo Silvio Berlusconi “psiconano” quando fino a ieri baciavano dove camminava.
Naturalmente si guardano bene dal fare commenti scomodi su quei famosi 49milioni che la Lega deve restituire allo stato ed a conti correnti, alla Lega intestati, che dovranno essere sequestrati. Almeno secondo la Cassazione. Che non è la Rai.
Nel frattempo, mentre tutto il leccaculismo centrodestrista è in movimento, assistiamo all’ennesima esternazione di Berlusconi contro il M5S (“Sono un pericolo per il paese”) ed alla conseguente irritazione del buon Salvini che vede sempre l’agognata poltrona allontanarsi sempre di più dalle sue dorate terga.
(20 aprile 2018)
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