di Giovanna Di Rosa #politica twitter@gaiaitaliacom #notizie
Va riconosciuta ai demenziali 5Stelle una grande abilità: non soltanto con una nullità politica come Luigi Di Maio al timone e gli insulti di Beppe Grillo trasformati in arma di lotta politica sono riusciti ad infinocchiare undici milioni di Italiani che li hanno votati, ma sempre con lo stesso impreparato ometto al timone, e senza nemmeno bisogno degli insulti di Beppe Grillo, stanno cuocendo a fuoco lento il povero Matteo Salvini, divorato dall’ambizione, devastato dalla necessità, che avverte come fisiologica, di posare le sue inutili terga sulla prestigiosa poltrona di presidente del Consiglio, ma che senza il M5S o il PD non potrà coronare il suo sogno.
Suggerisce qualcosa di compassionevole, infantilmente compassionevole, vedere l’opera disordinata di Matteo Salvini seguito da telecamere e microfoni, e per ogni dove, da giornalisti amici, nemici e servi, gridare ad ogni angolo della città che la Lega, cioè lui, è pronta a sedersi sullo scranno regale del presidente del Consiglio, dichiarare che è “aperto a tutto”, perché tutto si fa per la poltrona, ma sono altri che gli negano l’augusto trono dal quale non farà nulla di ciò che ha promesso.
I suoi avversari, quelli che hanno bisogno delle televisioni di Berlusconi per vendere i loro libri, per propagare il loro nulla, quelli che hanno bisogno delle sue case editrici per pubblicare le loro inutili ed incolte ruminazioni, sono gli stessi che non vogliono che Berlusconi entri nel governo – lui che è l’unico che non può entrarci per le note questioni giudiziarie – e continuano a titillarlo, il povero Salvini, dicendogli che sono disponibili, ma non si sa quando e comunque non alle sue condizioni.
Il punto è uno soltanto: il momento migliore per un cialtrone, chiunque egli sia, è quando può imbonire con le sue cazzate chi gli sta di fronte. Quando poi il gioco si fa duro, quando cioè diventa necessario mantenere ciò che si è promesso, il cialtrone scompare o giochicchia.
Ecco.
(16 aprile 2018)
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