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L’Arte vista da Emilio Campanella: “Omaggio a Zoran Music”, fino al 23 luglio

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di Emilio Campanella #Arte twitter@gaiaitaliacom #Cultura

 

 

Al Museo Fortuny, Palazzo degli Orfei, fino al 23 luglio, per la cura di Daniela Ferretti, nella raccolta, intima penombra un po’ misteriosa del Museo, al piano terra del Palazzo di Campo S. Beneto, a Venezia, il restauro di un’opera speciale dell’artista Dalmata, marito della pittrice Ida Barbarigo, figlia del pittore Guido Cadorin. Una storia di generazioni di artisti, ben raccontata dalla memorabile mostra di due anni or sono, sempre nella medesima sede: La Bottega Cadorin, anche quella, come questa sotto l’affettuosa, amichevole, esperta attenzione di Jean Clair. Nucleo e motivo della manifestazione, il restauro della “Stanza di Zurigo”, creata su commissione delle Sorelle Charlotte e Nelly Dornacher, amiche di Paolo Cadorin, per la loro villa a Zollikon, vicino a Zurigo. Una piccola, intima “cave” come quelle parigine, interamente decorata , un’opera totale dove anche la tovaglia ricamata era su motivi di Music, ed i mobili erano stati scelti su sua approvazione. Ora è esposta a Venezia, grazie all’attenzione scientifica del cognato, Paolo Cadorin, appunto, direttore del dipartimento di restauro del Kunstmuseum di Basilea.

Al centro della sala, questa importante presenza all’interno della quale ci si può affacciare per osservare le decorazioni, che sono una summa dei motivi ricorrenti e dei temi che l’artista dipingeva in quegli anni. Soggetti dalmati di animali e di figure, fregi decorativi, ritratti suoi e della moglie Ida, soggetti veneziani, in una felice danza di immagini tutte un po’ sognate, evocate, ritrovate dopo le grandi sofferenze della guerra, nella pacifica solarità veneziana, accanto ad amici e persone che lo amavano e lo stimavano. Motivi che hanno, ovviamente, una strettissima parentela con gli affreschi dello studio dell’artista a Palazzo Pisani, anche questi esposti e restaurati per l’occasione. E tutta l’esposizione, ampia e densa, si snoda mettendo in rilievo questi temi e tutte le loro sfaccettate variazioni. Insieme con tutti questi lavori radunati intorno all’esperienza zurighese, anche i bozzetti per la Storia di Marco Polo, del 1950. In origine destinati alla realizzazione di un grande arazzo (250 cm. per 800 cm.) pensato per il soggiorno di prima classe del transatlantico Augustus.

In occasione della mostra è stato pubblicato un bellissimo volume edito dai Musei Civici Veneziani e stampato da Grafiche Veneziane, ricchissimo di fotografie di repertorio, molte accurate riproduzioni delle opere e saggi di Daniela Ferretti, Jean Clair, Monique Veillon Cadorin, Diego Bianchi, Daniele D’Anza. I lavori esposti: acquerelli, incisioni, disegni, olii su vari materiali, tempere, disegni a matita, pastelli, matite colorate, carboncini, acrilici, puntasecca, litografia… molteplici tecniche padroneggiate con disinvoltura, sono tutte comprese fra il 1947 ed il 1953.

Hanno contribuito i prestiti, tanto da Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung, ovviamente, quanto da collezioni private come dai Musei Civici Veneziani.

 

 




 

(11 aprile 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

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