di G.G. #pentastellati twitter@gaiaitaliacomlo #politica
Roberto Maroni non è un “semplice osservatore” della politica, come lui stesso si definisce, è insieme a Umberto Bossi colui che in Lega comanda, nonostante Matteo Salvini. Più di Matteo Salvini. Se serve, contro Matteo Salvini. In un’intervista a Repubblica Maroni parla piuttosto chiaro, e parla a Repubblica perché Salvini intenda: “Non ci sarà alcun accordo”, dice l’ex presidente della Regione Lombardia già minstro degli Interni: “Si farà una legge elettorale con il premio di maggioranza e chi vince governa per 5 anni E finalmente si entra nella Terza Repubblica”.
Non è stato un gran fine settimana per Matteo Salvini o dell’Onnipotenza che è uscito dalle elezioni del 4 marzo carico come una molla: E deve essere anche un po’ inquieto perché in poche ore gli è arrivata prima una bordata di Luigi Di Maio che lascia poco spazio a dubbi: “Da Arcore non può arrivare nessun ordine”, come avevamo scritto qui poche ore fa, poi una seconda che a Salvini non farà bene: “la Lega ha promesso il cambiamento, ma preferisce rimanere legata a Berlusconi”, e quindi il suggerimento di Maroni sulla gestione della Santa Alleanza pentaleghista che, in soldoni, significa che di alleanze neanche a parlarne.
Si noti quindi come, nel pieno rispetto dell’italica tradizione che vuole colui che grida più forte senza nessun potere, Salvini non abbia altro margine di manovra che lanciare slogan sui quotidiani o alle radio perché i leghisti che contano, Maroni e Bossi, in silenzio comandano. E portano la bussola politica in un’altra direzione. Nonostante Matteo Salvini segretario pro-tempore.
(9 aprile 2018)
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