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“Settanta Revisited” di Carlo Crescitelli. Guida sballata e verbosa per l’anziano rincattivito

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di Redazione #Cultura twitter@gaiaitaliacomlo #libri

 

 

“I miei anni ’70 non furono per niente facili, come del resto quelli di noi tutti allora… presi com’eravamo dalla ricerca del nostro ruolo in uno scontro epocale che vedeva contrapposto il passato al futuro, una generazione contro l’altra, realtà contro utopia: e dunque anch’io, che come molti già vivevo, pur ancor ragazzino, la potente consapevolezza di essere nel mezzo di un momento importante,  avevo il mio da fare per cercare di comprenderlo al meglio. Difficile da spiegare, adesso che ne siamo come lontanissimi, ma la sensazione precisa era proprio questa: sarò all’altezza del mio tempo?”.

Essere all’altezza del proprio tempo. Una domanda impegnativa in un periodo di furori, di “opposti estremismi”, tra l’onda lunga dell’assalto al cielo, il fervore della creatività che travolgeva anche una realtà defilata di provincia come Avellino, i totem e i tabù di una generazione che si affacciava al mondo assistendo alla violenza, alla tensione ma anche alla scoperta di nuove frontiere culturali, artistiche, sociali. Settanta Revisited, il nuovo libro di Carlo Crescitelli pubblicato dal Terebinto Edizioni, si sofferma proprio su questo crogiuolo di ricordi, sensazioni, riflessioni, alternando fermo-immagine dal passato e valutazioni – in chiave semiseria e per niente autocelebrativa – sui risvolti nel presente di un decennio così significativo.

Settanta Revisited vede Carlo Crescitelli impegnato in nuovo percorso di scrittura dopo il successo dell’esperienza de L’antiviaggiatore. Se nei diari di viaggio l’autore avellinese si avventurava nel presente tra geografie fisiche e interiori, Settanta Revisited interpreta questo presente alla luce dell’esperienza di quegli anni vissuti nella sua città. In forma diaristica l’autore racconta il suo percorso di bambino cresciuto nel Sessantotto e maturato durante gli anni ’70, fra la grande dimensione pubblica degli eventi che rivoluzionavano il mondo, e il privato di un ragazzo di Avellino, una cittadina a suo modo assetata di musica, lotte e ideali. Settanta Revisited prende le mosse dall’autunno del 1968 –  mentre i carri armati sovietici facevano il loro triste ingresso a Praga, e l’autore il suo triste ingresso in primina… – per concludersi a dicembre del 1980, con l’assassinio di John Lennon a New York, vissuto emblematicamente quale lontana, drammatica eco della tragedia del terremoto in Irpinia di appena un paio di settimane prima. Nel mezzo tutte le grandi e le piccole gioie, ed i grandi ed i piccoli casini di allora: la musica, lo sport, il cinema, gli ideali, le lotte, le rivolte, insomma le tante illusioni e delusioni che la storia del costume italiano racconta.

Il sottotitolo Guida sballata e verbosa per l’anziano rincattivito di questi anni millennovecentoduemili la dice lunga sulle intenzioni di Crescitelli: “Intanto eravamo quelli di “una risata vi seppellirà”, giusto non dimenticarlo mai questo, perché chi fa retorica è sempre lontano dalla verità, e noi di verità ne avevamo fin troppa fame. Figure tipiche di quegli anni sono state quelle dei “cattivi maestri”, come prima la narrazione di parte avversa, e poi la storia, li hanno connotati e definiti.  Ebbene, molto più prosaicamente e con il consueto tocco demenziale che non guasta, io voglio invece oggi pormi quale “maestro cattivo”. Con la mia barba ormai grigia, credo di averne molte buone ragioni”.

Non un saggio storico nè un memoir prettamente privato, Settanta Revisited esplora le possibilità di una scrittura originale, coinvolgente e libera da luoghi comuni, che restituisce al lettore di oggi sensazioni, umori e percezioni di un’epoca irripetibile. Un’epoca di “anni colorati”, come sottolinea Crescitelli: “Salvo ovviamente che in tv, per il resto i colori erano dappertutto, e senza bisogno neppure di arrivare al Parco Lambro. Forti, vividi e intensi come mai più li ho rivisti: nei vestiti e nei sorrisi di noi giovani, nei sogni d’Oriente che popolavano le nostre fantasie, nell’energia e nella rabbia che tutti, giovani e anziani, buttavano fuori. Con buona pace di Internet, io la sensazione di vivere in un grigio mondo b/n ce l’ho adesso, mica ce l’avevo allora”.

Carlo Crescitelli vive ed opera ad Avellino, come autore spazia dall’ambito letterario a quello saggistico e artistico. Debutta nel 1990 con il saggio storico-politico La rivoluzione khomeinista iraniana (Nuovo Meridionalismo Edizioni) e in parallelo – con lo pseudonimo Massimiliano Conte – con il manuale di galateo manageriale per neolaureati Egregio Dottore (Firenze Libri). Tra il 2010 e il 2011 pubblica la sequenza di quattro uscite per IlMioLibro: i due fortunati diari di viaggio L’antiviaggiatore e Come farai a fuggire da te stesso… se lui continua a correrti dietro?!?, il thriller di fantapolitica The Shadoor, il demenziale vademecum (pubblicato ancora sotto le spoglie dell’alter ego Massimiliano Conte) Delinquenti: terapia e prevenzione. Perfezionato in un ulteriore quinquennio di riflessione e di pubblica pausa, Settanta Revisited rappresenta invece oggi la sua nuova riconciliazione con il mondo dell’editoria, determinatasi con l’avvio del rapporto con Il Terebinto Edizioni.

 

 

 

SETTANTA REVISITED    

Guida sballata e verbosa 

per l’anziano rincattivito di questi anni millennovecentoduemili

di Carlo Crescitelli 

Il Terebinto Edizioni 2018 96 pagine – 12.00 euro

 

 




 

(5 aprile 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

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