di Emilio Campanella #Arte twitter@gaiaitaliacom #Cultura
Forme astratte, sinuosità cromatiche, animali reali, fantastici e mitici, oggetti reinventati, formelle venate di oro, quasi ostraka preziosissimi da scavi per il sogno di ogni archeologo, elementi totemici, come sotto lo sguardo dell’entomologo. Moreno Scaggiante ha sempre modellato, creato, inventato forme, fin da bambino, cominciando con i materiali che tutti abbiamo conosciuto nell’infanzia, e poi a scuola, ma con una predisposizione naturale ed una capacità espressiva non comuni per l’abilità, il gusto della forma e la innata sapienza cromatica che ne completa la realizzazione, così da attrarre l’attenzione degli insegnanti che consigliarono di intraprendere studi di indirizzo artistico.
C’è una felicità esecutiva nel lavoro di Scaggiante, che gli viene sicuramente dal suo “lavorare di getto”, come lo definisce; con il progetto chiaro in mente ed usando le mani che accarezzano l’argilla per dare forma al suo pensiero. Nell’atelier, è una vera emozione toccare quegli oggetti finiti e ripercorrere il gesto creativo che li ha plasmati. Artista raffinato ed affinato dalle remote esperienze come dalle esperimentazioni più recenti, seguendo, studiando ed approfondendo materiali tecnico-pratici tanto con corsi specifici privati quanto in centri studi specializzati in ceramica. Tutte conoscenze ordinatamente introiettate che prendono vita sotto le mani dell’artista che come un antico demiurgo plasma e dà il soffio vitale alle sue creazioni figurative od astratte: un cavallo agita la sua criniera, un pesce gli sguscia dalle mani e si tuffa nello stagno poco lontano, un polipo appena terminato si avvolge sinuosamente nelle sue spire e scivola sparendo nell’acqua, un elfo sornione guarda con ironia biricchina. Ci sono, poi gli oggetti come i fogli arrotolati pronti a svolgersi di fronte ai nostri occhi per mostrarci la fantasia dei colori che nascondono, onde cromatico magmatiche che si frangono sulla materia.
Uova primigenie in serie, come corali sospese nel blu, rientrano nella speciale ispirazione di un nuovo sbocco espressivo; come l’altra vena recente, costituita dalla forma del cappello maschile, modello “borsalino” riprodotto in scala 1:1 e coniugato in molteplici cromatismi, contrasti, riflessi, nuances, fino quasi alla perdita di senso della meditazione orientale sull’esercizio di un suono, una sorta di straniamento, di trance emotiva, nel modulo ripetuto e variato.
Coazione a ripetere tridimensionale in un gioco colto ed anche ironico su una forma riconoscibilissima.
Quando ho chiesto lumi sulle sue modalità di principio ispirativo ho proposto due metafore: quella tellurica, come magma in movimento ed ebollizione, e quella della folgore… Entrambe spesso spiegazioni mitiche della creazione. Nell’Egitto antico una piccola duna di sabbia emersa era il mondo primordiale sul quale un dio demiurgo autogeneratosi, con un fluido del suo corpo, dava origine alla creazione, così come un vasaio creava l’uomo in un altro mito…
Terra, acqua, argilla, gli elementi del ceramista che dalla massa informe estrae l’oggetto, la figura che ha visto nascosta, e la manda per il mondo, come un golem benigno. Questo l’universo di fantasia e creazione di Moreno Scaggiante che mi rispose come entrambe le metafore proposte fossero compresenti nella sua ispirazione artistica.
(5 aprile 2018)
©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)