di Mila Mercadante #visioni twitter@mila56170236 #politica
Matteo Renzi, ovvero muoia Sansone con tutti i filistei. Nel suo discorso del 5 marzo ha dato ancora volta prova della sua infinita arroganza, del suo narcisismo, della sua abilità nel mentire e della sua mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni (colpevolizzando Mattarella) e dei cittadini (non hanno capito quanto grandioso sia stato il suo operato in questi anni e lo hanno pure bocciato al referendum). Con una mossa da vendicatore rabbioso ha annunciato che il PD starà all’opposizione e non farà inciuci con nessuno, infine ha dichiarato che darà le dimissioni dopo che si sarà formato un nuovo governo. Il termine “inciucio” nel caso in questione non c’entra, d’altra parte il segretario del PD ha dato prova di gradire molto gli inciuci sin dall’inizio della sua breve carriera da Premier (basta e avanza rammentare il patto del Nazareno). La mancanza assoluta di senso della responsabilità è perfino peggiore di quella del Berlusconi dei tempi d’oro: mettere il bastone fra le ruote a Mattarella è un atto che trasuda aggressività e spregio della collegialità. Quale può essere il suo scopo? Distruggere quel pochissimo che resta del partito? Cercare di vincere le prossime primarie, con le quali ha voluto bloccare la designazione del successore? Negare prima di tutto a se stesso l’evidenza della presuntuosa cecità che gli ha impedito di ravvisare nella sconfitta referendaria un vero e proprio campanello d’allarme che esigeva risposte, ripensamenti, analisi e progetti riparatori? Riportarci nuovamente al voto? Quest’ultima ipotesi è la più sconsiderata: se accadesse, il PD scenderebbe sotto il 10%, è ovvio. Come ha osservato Zanda, “Le dimissioni sono una cosa seria, o si danno o non si danno, e quando si decide si danno senza manovre. Annunciare le dimissioni e rinviarne l’operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare”.
Politicamente Renzi è finito, deve ricominciare tutto daccapo, gli piaccia o meno e piaccia o meno ai suoi sodali e ai suoi sostenitori. Riconoscere tutti gli errori commessi sarebbe molto più saggio che perseguire la solita via della mistificazione della realtà. Quali sono i successi del governo Renzi? Il jobs act, che ha incrementato l’occupazione precaria e quindi la deflazione salariale? La scuola, dove si è arrivati a sottomettere l’istruzione all’impresa e a fare dello studente un mero consumatore? Le banche? Per la prima volta nella storia italiana i risparmiatori hanno perso i loro soldi custoditi in un istituto di credito e la colpa è di Renzi, che ha praticato il bail-in, unico in tutta Europa. Renzi rappresenta davvero tutto ciò di cui il nostro paese non ha alcun bisogno.
Calenda sta proponendosi in queste ore come alternativa per risollevare le sorti del PD, Gentiloni ringrazia e questo probabilmente significa che il partito sta per voltare le spalle al rottamatore. Non sarà sufficiente. La sinistra, l’idea stessa di socialdemocrazia è morta in tutta Europa, dunque coloro che hanno intenzione di rappresentarla hanno il dovere di ripensarla partendo da una presa di coscienza onesta: negli ultimi 25 anni il percorso è stato totalmente sbagliato, occorre cambiare strada e per farlo non basteranno pochi anni.
(6 marzo 2018)
©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata