di Paolo M. Minciotti #lgbtqi twitter@gaiaitaliacom #politica
Svegliandomi stamane mi sono trovato sullo smartphone alcuni messaggi via Whatsapp da amici gay e amiche lesbiche (più un’amica trans), che inneggiavano alla vittoria del 5Stelle e di Salvini. Non mi stupisco più di nulla, ma il tenore dei messaggi mi ha sconcertato. Perché questo è un paese di cittadini senza memoria o con la memoria corta. E la lingua troppo lunga.
Il M5S ha tentato in tutti i modi di far saltare la legge sulle Unioni Civili che, per schifosa che sia, consente alle persone omosessuali una serie di tutele. Brutta legge? D’accordissimo. Ma è molto meglio di niente. Matteo Salvini ha dichiarato a più riprese che, se avesse vinto, avrebbe abolito la legge sulle Unioni Civili. E non per farne un’altra. Lo farà? Non lo farà? Non lo sappiamo. Salvini dice molte cose. Ma preferisco un leader che non minaccia di togliere libertà a chi ne ha già meno degli altri.
Per questo trovo sconcertante che ci sia questo accanirsi su un razzismo-divisismo di facciata da parte di persone che conoscono, o dovrebbero conoscere, la discriminazione e il razzismo sulla propria pelle. Da dove viene quel meccanismo che ti fa odiare qualcuno solo perché lo consideri “diverso” da te quando proprio tu sei stato odiato e definito “diverso” dagli altri? E’ qualcosa che proprio non capirò mai. E’ un po’ come il conoscente che per ragioni di lavoro frequentava il ricco mondo degli Emirati Arabi e paesi confinanti, all’interno del quale si era costruito una fitta rete di amici con i quali condivideva a suo dire, una vita sessuale intensa e più che gradevole, ma che poi chiamava gentaglia, sporca razza e via discriminando.
Gli italiani, e certamente un numero elevato di lesbiche e gay, hanno votato per partiti lesbofobi, omofobi e divisivi: il fatto che non stupisca non significa che fa bene al paese né a quello che rimane di quella comunità. Anche in questo caso certo associazionismo schierato ha offerto un pessimo esempio di sé e delle sue scelte politiche. Quest’Italia che non sa più distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è va ripensata, ricostruita, ristrutturata e – finalmente – risolta.
(5 marzo 2018)
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