di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@vittoriolussana #minushabens
Cari lettori, quest’anno non ho intenzione di scrivere sul festival di Sanremo: manifestazione di rara bruttezza. Preferisco, perciò, rimanere nel consueto contesto della campagna elettorale, che continua a donarci emozioni esilaranti. Alessandro Di Battista, ex parlamentare del Movimento 5 stelle, è passato direttamente alle ingiurie nei confronti dell’intero popolo italiano, accusato di essere composto da “rincoglioniti”. Gli ha fatto eco, su Youtube, l’ex cantante Povia, che invece ci ha definito tutti quanti “un popolo di deficienti”. E meno male che erano gli europeisti ‘pro-euro’ a colpevolizzare i cittadini. Giorgia Meloni, ospite della Gruber, ha calcolato il ‘tasso d’incidenza’ dei reati commessi in Italia dagli immigrati, ponendo al numeratore anche quelli che non hanno mai fatto niente di male. Così, tanto per fare di tutta l’erba un fascio, come si era soliti fare negli anni ‘ruggenti’. Un modo come un altro per depistare e disinformare le persone sui veri dati, che vedono il numero di immigrati denunciati e/o arrestati nel 2017 attestarsi attorno alle 242 mila persone, rispetto ai quasi 600 mila italiani che truffano, imbrogliano, picchiano a morte le proprie mogli e fanno i furbi in ogni frangente della vita quotidiana, con una leggerezza che fa spavento. In ogni caso, tornando agli insulti e ai vari tentativi di seminare odio mescolati alle stupidaggini più varie e colorate, c’è da dire che sono proprio questi modi di fare politica, quelli dei Salvini, della Meloni e dei Di Battista, ad avere reso la politica quel ‘cesso’ di ambiente che è diventato. Da quando Silvio Berlusconi – il classico milanese che, per risolvere un problema, ne genera altri tre completamente nuovi – è “sceso in campo” nel 1994 sdoganando i post fascisti e portandosi i leghisti al governo, è cominciata una deriva tanto provocatoria, quanto superficiale: un mentire contagioso e patologico, da autentici ‘esseri inferiori’, sfociato di riflesso nel ‘grillismo’ più becero e volgare. Un vero e propri festival della ‘stronzata’ che, alla fine, ha solamente fatto emergere la pericolosa ‘testa calda’ di Macerata. Perché, in effetti, qualcuno che vorrebbe veramente lo ‘scontro’, cari Povia e Di Battista, c’è. Eccome, se c’è!
(8 febbraio 2018)
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