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HomeCopertina"Giustappunto!" di Vittorio Lussana: l'Italia è un paese brutto, vecchio e cattivo

“Giustappunto!” di Vittorio Lussana: l’Italia è un paese brutto, vecchio e cattivo

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@vittoriolussana

 

 

Il Paese oramai si sta avviando verso le elezioni politiche. E ciò sta avvenendo proprio nel momento peggiore che si potesse immaginare, per tutti gli schieramenti e le diverse forze politiche. Tutti litigano e nessuno si fida più di nessuno, anche nel centrodestra. Invitiamo tutti quanti alla calma e a un momento di riflessione, poiché il Paese risulta pericolosamente esposto a eventi tanto avventurosi, quanto incerti. Forza Italia si sente ormai un movimento politico moderato a tutti gli effetti. Il suo stesso leader, Silvio Berlusconi, preferirebbe duemila volte andare al Governo col Pd piuttosto che tirarsi dietro, ancora una volta, quella ‘marmaglia’ di destra guidata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni: gente che va avanti con provocazioni e stereotipi ideologicamente insulsi, fuori tempo massimo. E che, oltretutto, in questi ultimi anni ha saputo solamente rimestolare nel ‘torbido’. Manteniamo tutti i nostri dubbi su Forza Italia, sia chiaro. Ma è anche evidente che tanta ‘acqua’ è ormai passata, sotto ai ‘ponti’. Tra l’altro, stiamo vivendo un periodo in cui, ogni volta che un milanese apre bocca, accade esattamente l’opposto di tutto quel quanto si è appena auspicato, o genericamente espresso.



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VITTORIO LUSSANA “NEWS DUG”
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Poche sere fa, allo stadio ‘Giuseppe Meazza’ di San Siro, mancava poco che persino il Pordenone, una ‘squadretta’ attualmente quinta in classifica nel nostro campionato di serie ‘C’, facesse tutti quanti ‘fessi’, sotto lo sguardo sorridente e divertito della ‘Madunina’. A Milano, tutto sembra andare all’incontrario, da un po’ di tempo in qua: chissà da cosa dipende… Berlusconi è sempre stato un uomo intelligente. E sa bene che l’epoca del ‘generalismo general generico’ sta tramontando, anche in politica. Persino lui, oggi, avrebbe una gran voglia di normalità, o di un confronto dialettico assai meno aspro e più ragionevole fra tutti i Partiti. Un dirsi le cose in ‘faccia’ con fermezza, ma senza far scenate o ‘pantomime’. Ha capito benissimo che, al fondo di questo Paese, c’è tutto un mondo di persone, professionisti e ‘ambienti’ che vorrebbero unicamente continuare a lavorare per far emergere il Paese dalle ‘secche’ di una crisi economica piuttosto lunga, che è riuscita a esacerbare gli animi di ognuno di noi. Gli italiani vogliono normalità e atteggiamenti più ‘sobri’: basta ‘teatrini’ e ‘siparietti’. Si potrà dire tutto quel che si vuole su Massimo D’Alema, ma quando a suo tempo estrasse dal ‘cilindro’ tale auspicio od obiettivo sociologico, cioè quello di riuscire a vedere, un giorno, “un Paese normale”, confessò una verità rimasta ‘incastonata’ nella Storia di questi ultimi decenni. Siamo tutti invecchiati, incattiviti, peggiorati. Anche se, personalmente, oggi io la vedo un po’ come Nanni Moretti: “Voi siete invecchiati e imbruttiti e voi gridavate cose terribili: io ho sempre detto e scritto cose giustissime e, oggi, sono uno splendido cinquantenne…”.

 




(14 dicembre 2017)

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