di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #elezioni2018
La rincorsa verso il baratro che ingoierà D’Alema-Saturno con tutti i suoi figli è proseguita ieri con l’annuncio di Pisapia che ha scherzato e non era vero niente: se ne va a sinistra [sic] con D’Alema e i suoi sodali pronto a dare manforte con i suoi pochi decimali alla formazione del 6% se andrà bene? Non sappiamo. Ciò che sappiamo è che Pisapia ha rinunciato al progetto di unire le forze a sinistra del Pd nel suo Campo Progressista, che è già morto, perché gli ex-Sel hanno deciso di avvicinarsi, con cautela pare, a Piero Grasso e alla lista ‘Liberi e Uguali’.
Pisapia ha anche deciso di non candidarsi, e dopo qualche ora lo ha fatto anche Alfano, perché in politica ci sono anche ottime notizie, ma per fortuna [sic] la favolosa lista progressista a sinistra del PD di Renzi ci sarà e pare sarà formata da Verdi, prodiani, Centro democratico e civici, tutta roba da 20% di preferenze, come minimo, per capire cosa ha resuscitato il “no” al referendum del 4 dicembre 2016.
Giuliano Pisapia ha detto a Repubblica: “Ci abbiamo provato, per molti mesi con tanto impegno ed entusiasmo. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi. Oggi dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento. La decisione di calendarizzare lo Ius Soli al termine di tutti i lavori del Senato, rendendone la discussione e l’approvazione una remota probabilità, ha evidenziato l’impossibilità di proseguire nel confronto con il Pd”; la dichiarazione non fa onore all’acume politico di Pisapia, perché le possibilità di far approvare lo Ius Soli non dipendono dalla sua calendarizzazione, ma dalla mancanza di voti a sostegno della Legge, ostacolo superabile alla Camera, ma insormontabile al Senato.
Dunque “ci abbiamo provato”. Siccome non ci siamo riusciti ci ritiriamo nelle auguste stanze della nostra solitudine politica e prendiamo atto che ci sono state decisioni, di altri, che hanno reso impossibile il nostro lavoro. Funziona sempre così in questo paese. A causa di altri, ne sa qualcosa Berlusconi, è sempre impossibile lavorare.
Come se si passasse di lì per caso e, a causa di un ostacolo sulla strada, fossimo costretti a cambiare direzione. Lodevole.
(7 dicembre 2017)
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