di Gaiaitalia.com #Aosta twitter@gaiaitaliacom
Nella seduta del Consiglio regionale del 5 dicembre 2017, la crisi occupazionale che sta interessando la filiale di Quart dell’azienda Self Italia è stata al centro di due interpellanze, una del gruppo ALPE, l’altra del gruppo Misto.
«Il 3 novembre la Self Italia srl ha chiesto il concordato preventivo di continuità aziendale al tribunale di Torino – ha specificato il Consigliere del GM Andrea Padovani -: è uno stato di crisi aziendale che interessa anche la filiale di Quart, in cui lavora una ventina di persone.»
«La nuova sede di Quart, inaugurata a luglio 2015, presenta già da diverso tempo scaffali sguarniti e articoli non riassortiti – ha evidenziato il Capogruppo di ALPE, Albert Chatrian -. I lavoratori hanno manifestato grande preoccupazione nel corso dell’Assemblea dell’8 novembre scorso e abbiamo appreso che il Sindaco di Quart ha inviato all’Assessore alle attività produttive una richiesta di incontro per discutere dell’argomento.»
I Consiglieri hanno quindi voluto conoscere le azioni intraprese per approfondire e risolvere la situazione e garantire i livelli occupazionali dell’azienda.
L’Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Jean-Pierre Guichardaz, ha risposto: «Abbiamo seguito questa vicenda sin dai primi campanelli di allarme. La procedura fallimentare prevede che dalla data di pubblicazione del ricorso, Self possa blindarsi temporaneamente dalle eventuali azioni esecutive o cautelari sul suo patrimonio da parte dei creditori. Ora ci troviamo in fase di attesa delle decisioni del tribunale. A far le spese della crisi di un’azienda sono tutti gli anelli della catena, dai fornitori al territorio. Sono centinaia i soggetti collaterali che patiscono le conseguenze. La sede operativa di Quart occupa 27 addetti, dai 25 ai 54 anni, di cui 13 donne e 14 maschi. Ad oggi, non è pervenuta all’Assessorato alcuna comunicazione di cassa integrazione guadagni straordinaria o di licenziamento collettivo. La nostra attenzione è particolare per questa attività commerciale, per quanto siamo coinvolti marginalmente, soprattutto per la fase di arbitrato. Siamo in raccordo con l’Assessorato al commercio, che dimostra la massima disponibilità. La fase è ancora prodromica ad ogni tipo di interventi, tanto che le Organizzazioni sindacali nazionali non sono ancora state formalmente a conoscenza della situazione.»
«Le azioni che possiamo percorrere – ha proseguito l’Assessore Guichardaz – sono il monitoraggio della dimensione del fenomeno, un intervento tecnico istituzionale nel caso di arbitrato, l’adozione di politiche di rilancio, anche attraverso il potenziamento degli incentivi dell’occupazione e degli insediamenti. Un intervento pubblico deve essere rispettoso dei percorsi e delle dinamiche imprenditoriali. Spero davvero che le valutazioni – che non hanno coinvolto in alcun modo l’Assessorato – sull’insediamento a Quart siano state fatte razionalmente, consapevoli di una concorrenza storicamente insediata a pochi metri. La politica deve creare migliori condizioni per gli insediamenti, l’occupazione, la formazione. In Valle d’Aosta si arriva perché si lavora bene e perché non si ha la politica sul collo. Attendiamo di conoscere le intenzioni della Self Italia, siamo in allerta anche senza fare visite pastorali all’azienda.»
Il Capogruppo Chatrian si è detto disorientato: «Ci è sembrato l’intervento di un notaio, ci chiediamo cosa ci stia a fare la Regione. Non abbiamo ottenuto alcuna risposta alle nostre domande, siamo consapevoli della complessità del problema e siamo sbalorditi oltre che preoccupati per un Governo che sta a guardare. Ci aspettavamo che ci fosse stata una qualche iniziativa per conoscere lo stato dell’arte approfondito. Questo è il nuovo che avanza: si sceglie di non fare niente per un’azienda privata in difficoltà, di lavarsene le mani, sostenendo che non sia di competenza pubblica. Qui manca la buona politica.»
Il Consigliere Padovani ha aggiunto: «Non pensavo di dover seguire una lectio magistralis sul diritto del lavoro. L’unica nota positiva è che l’Assessore abbia sentito le organizzazioni sindacali regionali. Non è accettabile non interessarsi di un’azienda solo perché non ha ricevuto contributi pubblici. Sarebbe stato opportuno almeno capire ciò che sta succedendo.»
(5 dicembre 2017)
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