di Il Capo, #rubriche twitter@gaiaitaliacom
Abbiamo recentemente pubblicato un pezzo a firma Daniele Santi sul recente attacco di Matteo Renzi alle fake news prendendoci la responsabilità di dire che non ci sembrava che fosse utile, nelle modalità non nella sostanza, a ciò che immaginiamo essere, probabilmente sbagliandoci, l’obbiettivo del segretario del PD: sbugiardare una volta per tutte chi le produce. Siamo stati bersagliati da critiche ed invettive da:
- quelli che votano M5S e pretendono che le fake news non vengono chiamate fake news;
- coloro che definivano il nostro commento un fake perché non proponeva altre soluzioni a qualcosa che ritenevamo non giusta;
- coloro che folgorati sulla via di Art.1-Mdp pretendevano che insultassimo Matteo Renzi come produttore di fake news (bene farebbero a ricordarsi, questi ultimi, che il loro dio D’Alema disse “sì” ai bombardamenti della ex-Jugoslavia);
- quelle (proprio con la “e”) che ci ritengono superficiali perché “critichiamo senza proporre”;
- quelli che ci insultavano semplicemente perché facciamo un giornale;
- quelli che commentavano dimostrando di non avere capito nulla e che ci accusavano di non renderci conto di ciò che scriviamo spingendoci a rileggerci (perché se la notte non lo fai poi son guai).
Dunque se il mondo è bello perché è vario l’Italia è bella perché è avariata. Fermo restando il legittimo diritto ad esprimere critiche, la propria opinione ed a commentare le notizie che vengono pubblicate, diritto che chiunque ha, a nostra volta rivendichiamo il diritto a che prima di commentare ci si accerti – almeno – di avere capito ciò che si è letto e le intenzioni di chi ha scritto. Sappiamo che tutto è molto complicato così cerchiamo di riassumere qui cosa succede normalmente ad una notizia: gli esponenti del M5S si imbufaliscono per ogni critica al movimento; i folgorati sulla via di Bersani e Speranza si imbufaliscono quando si ricorda loro chi si sono scelti; le destre, e tutti i loro esponenti e votanti, si imbufaliscono punto. Poi ci sono i sostenitori di Matteo Renzi – e se dovessi collocare Daniele Santi lo collocherei certamente tra coloro che potrebbero sostenere il PD alle prossime elezioni, perché a Gaiaitalia.com Notizie la pluralità la rispettiamo senza predicarla – che, democratici nella forma, sono incazzosissimi nella sostanza e si lasciano trasportare dalla difesa ad oltranza dell’amato segretario ex-premier pronti a scagliarsi contro chiunque abbia il coraggio di criticarlo.
Ma criticare non vuol dire essere contro o mettersi dalla parte dei nemici di qualcuno, significa semplicemente osservare dall’esterno e sulla base di quell’osservazione offrire un parere personale. Può essere benvenuto o no, si può essere d’accordo o no, ma trattare chi esprime un’opinione con convinzione con lo stesso spirito con il quale si brucerebbe un eretico è medievale (e quindi liberticida) nella sostanza, prima che nella forma.
Il problema di questo paese, in ultima analisi, è quello di avere opinioni che non cambiano con il cambiare del vento, ma che seguono una linea di pensiero – per quanto assurdo possa sembrare che noi – addirittura – si abbia un pensiero.
(29 novembre 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata