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“Giustappunto!” di Vittorio Lussana: quei “Pierini” berlusconiani contro tutti

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@vittoriolussana #politica

 

 

Questa settimana ci vediamo costretti a rilevare la generale tendenza a ‘sparare’ stupidaggini da parte dei giornalisti ‘berlusconiani’, nel loro reiterato e ventennale intento di apparire come dei ‘Pierini’ dispettosi, provocatori e irriverenti. Una vera e propria suggestione, che li rende totalmente inconsapevoli della mostruosità di quanto scrivono e di tutto quello che dicono, soprattutto in televisione. Prendiamo, per esempio, il collega Maurizio Crippa, il quale, sul sito de ‘Il Foglio’, proprio in questi giorni ha contestato alla Procura di Pescara l’apertura di un’indagine contro un impiegato dell’Anas disposto a recarsi presso l’albergo di Rigopiano, quello sepolto nel gennaio scorso da una valanga di neve sotto la quale sono morte ben 29 persone, unicamente per farsi un bagno in piscina. Proprio non si capisce come certi ‘colleghi’ possano mettersi a scrivere cose del genere senza informarsi sui fatti che stanno contestando. Non c’è niente da fare: neanche un’Ansa Pescara vanno a leggersi, questi qui. Ma veniamo al ‘punto’. In buona sostanza, Crippa è arrivato a sostenere una ‘non notizia’, rilevando come non esista il “reato di risata un’ora prima che una valanga si verifichi”. Un po’ come dire che è inutile evitare di bere alcolici quando si è alla guida di un’automobile: meglio attendere di aver effettivamente causato un incidente mortale, prima di accertarlo. E infatti, l’intercettato in questione non risulta affatto accusato di essersi messo a ridere, ma di non essersi fatto venire lo scrupolo di verificare, a titolo preventivo e tramite una semplice telefonata, le condizioni di pericolo che potevano mettere a repentaglio la sicurezza di un albergo di alta montagna dopo una violenta scossa di terremoto come quella del 18 gennaio scorso. Anche se la valanga non aveva ancora dato alcun segnale di ‘scivolamento’ e pur nell’imprevedibilità di un evento del genere, quest’impiegato dell’Anas era tenuto quanto meno ad ‘alzare la cornetta’ e a vagliare ogni tipo di ipotesi di rischio o di bisogno, poiché esattamente queste erano le sue mansioni. Se lo avesse fatto, per lo meno costui non rischierebbe, oggi, il licenziamento in ‘tronco’ per omissione di soccorso, che tra l’altro è anche un reato penale. In secondo luogo, le intercettazioni raccolte dai Carabinieri non contengono soltanto la telefonata precedente alla slavina, ma anche quelle successive alla tragedia medesima. Quelle, cioè, in cui si è tentato disperatamente di raggiungere il responsabile provinciale della gestione dei soccorsi, tal Claudio Ruffini, il quale non si è minimamente posto il problema di richiamare chi lo stava cercando in una giornata caratterizzata da allarmi di tutti i tipi: eccone un altro in pieno delirio di onnipotenza! Per non parlare, infine, del messaggio via sms inviato dall’addetta stampa della provincia di Teramo, anch’esso indirizzato al Ruffini, che recita esplicitamente: “Qui conteremo i morti per carenza di soccorsi, forse non vi state rendendo conto…”. A prescindere da tali elementi probatori, il nostro intento qui non è quello di sostituirci ai magistrati, bensì di segnalare come le redazioni dei giornali ‘berlusconiani’, a parte qualche rara eccezione, risultino stracolme di gente che, non appena incontrano un ‘mentecatto’ che si è appena ‘ingroppato’ una capra in via del Corso, sentano l’insopprimibile bisogno di difenderlo. Fu così, per esempio, per Francesco Schettino, quel comandante navale, amante degli ‘inchini’, che preferiva passare con un transatlantico a pochi metri da un’isola frastagliata e vulcanica come quella del ‘Giglio’.

In ogni caso, un addetto dell’Anas è tenuto, per contratto, a verificare ogni ipotesi o informazione relativa al proprio territorio, soprattutto dopo una scossa di terremoto. E sempre per contratto, come per esempio quello del dirigente Ruffini, può essere addirittura richiesta la piena reperibilità telefonica ‘H24’. Insomma, i giornalisti del centrodestra ci hanno proprio ‘stufato’, con questi loro atteggiamenti. Perché di meri e ‘meccanici’ atteggiamenti si tratta, non di qualche battuta di alleggerimento durante un noioso convegno sul montaggio analogico de ‘La corazzata Potemkin’. Prendiamo, per esempio, un altro ‘Pierino’ di turno: Nicola Porro. Ebbene, risulta francamente impossibile non segnalare la sua ‘Zuppa’ su Youtube, nel corso della quale è arrivato al punto di dar ragione a Beppe Grillo quando ha dichiarato, in questi giorni, che le cosiddette ‘fake news’ sostanzialmente non esistono: vien quasi voglia di ‘scattare’ una fotografia ogni qual volta Nicola Porro sarà costretto ad assistere a una cerimonia funebre, per poi appiccicargli la frase: “Guardate chi c’era ai funerali di Augusto Pinochet” o di altri criminali di questo genere, a seconda dei gusti. Il ‘berlusconismo’, oltre ad aver generato il fenomeno dei ‘Grulli di Grillo’, scesi in campo con l’idea che, per fare politica, basti sparare ‘minchiate’ esattamente come hanno fatto, per più di 20 anni, i ‘berluscones’, ha commesso il crimine peggiore che potesse esserci, assai più grave di quelli che hanno condotto alle condanne penali comminate ai vari Berlusconi, Previti, Dell’Utri e ‘compagnia cantante’: quello d’immettere in circolazione un intero esercito di ‘Franti’, i quali proprio non possono fare a meno di dimostrare quanto siano gravemente e costantemente al di sotto della dignità umana. Si tratta di gente rimasta prigioniera di una ‘fissità’: quella di una visione gretta e ‘animalesca’ dell’essere umano, che emerge regolarmente con tutto il suo carico di miserabile superficialità. La stessa di Matteo Salvini, quando afferma che chiunque voglia firmare un testamento biologico sarebbe, già oggi, “un morto” e non un semplice cittadino che intende avvalersi di un diritto in più. Ma è mai possibile un decadimento del genere? E’ mai possibile? E il ‘bello’ è che, secondo la ‘vulgata’, i veri ‘stronzi’ siamo noi, i giornalisti ‘radical chic’, poiché tendiamo a “colpevolizzare i cittadini”, ha affermato qualcuno di recente. L’indifferenza disumanizzata del ‘soggetto atomico privato’, tanto per dirla con gli Horckheimer e i Rosenberg (un cupo marxista il primo; un nazista giustiziato a Norimberga il secondo, ndr) invece va benissimo come filosofia ‘portante’ degli italiani.

Anche Matteo Salvini è un produttore di ‘fake news’: lo è diventato ufficialmente quando ha sostituito, all’interno di un rapporto Ue sull’immigrazione di qualche anno fa, la frase ‘processo demografico’ con la ben più sinistra locuzione: ‘sostituzione etnica’. Quello lì è da ricoverare, Matteo Salvini: altro che ‘storie’. E fin quando gli italiani non riusciranno a comprendere di cosa si sta realmente discutendo, noi continueremo a scrivere e a parlare di ‘degradazione antropologica’ e di ‘stupidità di massa’. E adesso, insultateci pure.





(29 novembre 2017)

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