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Susanna Camusso, il “No” a tutto per la poltrona in parlamento

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foto: ANSA/ GUIDO MONTANI

di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #elezioni

 

 

 

Non ci sono più i comunisti di una volta. Un tempo c’era la lotta di classe, quella vera. C’era la rincorsa ai diritti, sul serio. C’erano le mobilitazioni. C’erano le fabbriche. Non c’era una gerontocrazia invidiosa che punta alla poltrona post-pensione incurante che il 19,9% degli italiani tra i 15 e i 19 anni non faccia un cazzo. Proprio così. Non fanno niente. Ed hanno in esponenti della politica [sic] come Susanna Camusso un’ottima causa esterna per decidere di continuare a non fare nulla. Perché questa signora per i giovani non ha mai fatto nulla. Ha gridato – al vento perché la Legge Fornero è passata anche con l’accordo del sindacato del quale era ed è Segretaria – e continua a gridare tirando la volata al Bersani versione 2017, quello di Art.1-Mdp, quello che si genuflette a D’Alema genuflettendosi al M5S per non genuflettersi a Matteo Renzi.

Le elezioni del 2018, quelle de la Vendetta di D’Alema, sono alle porte e i gerontocrati della sinistra Sinistra che consegneranno il paese a Berlusconi e Salvini, e nel caso vada proprio male al M5S dicendo che vogliono far vincere la Sinistra basta che nella sinistra non ci sia Matteo Renzi, sono ritornati e sono pronti a riportare il paese indietro di altri vent’anni, dopo avere votato con Casapound e Forza Nuova al referendum di 12 mesi fa.

Secondo quanto scrive Affaritaliani.it, in Lombardia sarebbe stata già confezionata la candidatura di Susanna Camusso, esattamente come capolista nel collegio Lombardia 1 (Milano e provincia) nel proporzionale: poltrona garantita per Camusso. Un altro collegio è pronto nel capoluogo lombardo con la lista anti-Renzi di Art.1-Mdp e si Sinistra Italiana che è poi il partitino dove Stefano Fassina, quello che ha votato tutto ciò che il PD ha proposto quando ne era uno dei dirigenti, si è rifugiato dopo essere stato folgorato post mortem sulla via del comunismo. Scoprendosi di sinistra. Si chiama effetto Camusso. Ed è più dannoso del Niño.

E’ chiaro come il sole che Susanna Camusso sta utilizzando la questione delle pensioni per portare consenso sinistroso al suo sindacato (sempre più iscritti CGIL votano Lega) e “tirare la volata ai bersaniani” in vista della prossima campagna elettorale. Anche la CISL è di quella opinione. E per una volta non si tratta di questioni sindacali, ma di politica seria. Che non è MAI quella portata avanti da Camusso. Ora manca la candidatura di Landini da qualche altra parte. Lui si defila, dice che non ne vuole sapere. In Italia la cosa è sospetta.

 



 

Così resta Camusso. E’ lei la Lady Macbeth del comunismo moderno perché il comunismo moderno, così come la moderna protesta sociale, è quella che ti fa posare le chiappe sull’aurea poltrona del Parlamento: perché se entri in Parlamento la tua lotta ha avuto valore, almeno per te. Se il paese sprofonda ti importa relativamente, a meno che non vengano accolte le tue proposte, che sono sempre migliori di quelle degli altri. E’ la politica Camusso: avvallo la scelta della maggioranza in parlamento e poi scendo in piazza a fare casino per anni, senza poi fare nulla che non sia conveniente ai miei disegni ed a quelli dei miei sodali. Un vero schifo.

Stiamo leggendo, e ne parleremo su queste pagine entro breve, un bel libro “Al lavoro e alla lotta. Le parole del Pci”, dove attraverso un lungo elenco di termini utilizzati quando il PCI faceva la storia (lo dico senza nessuna nostalgia, non avendo mai votato PCI, dato che non ne ho avuto il tempo) si ricostruisce una certa storia d’Italia quella, ad esempio, dove Giorgio Napolitano, presidente emerito, faceva la guerra ad Enrico Berlinguer tirandosi dietro tutti quelli che oggi continuano, sbagliando come ieri, a definirsi “I Rifomisti”. Lo consigliamo. Si capiscono bene anche fenomeni d’involuzione come quello rappresentato da Susanna Camusso, Pierluigi Bersani e Art.1-Mdp. E si capisce la sofferenza di tutto un popolo della politica che non sa più che pesci pigliare. O che voto dare.

E’ certo che non basta un elmetto per fare un’operaia. Ancor meno basta per fare una sindacalista o una politica accorte.

 





(21 novembre 2017)

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